"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



domenica 20 novembre 2011

GHADIR KHUM

-Pellegrini sciiti si bagnano nell'acqua "benedetta" di Ghadir Khum-

Il primo passo ed il più importante nell’analizzare in maniera precisa e scientifica l’evento di Ghadir Khum, è quello di leggere le narrazioni ed i testi storici riconosciuti dalle rispettive parti (Sunna e Shia). Il passo successivo è quello di conoscere gli eventi che hanno accompagnato queste narrazioni, vale a dire la cause ed i fattori allora verificatesi.

VERSIONE SCIITA
Tra le varie versioni sciite riportiamo quelle classica di Sheik Nasir Makarem Shirazi, dal suo tafsir in persiano (Tafsir Namunah, vol.5, pag.8-12), ed arabo (Al-Amtal Fi Tafsir Kitab Allah Al-Munazzal, vol.4, pag.88-93):
“Nell’ultimo anno di vita, il Profeta (S) compì il suo ultimo Pellegrinaggio, con i musulmani che erano moltissimi ed erano molto contenti di aver partecipato con lui e di aver ottenuto questo onore... Il sole emanava i suoi cocenti raggi su valli e pianure...Quasi all’ora di mezzogiorno, la grande carovana si stava avvicinando alla terra di Juhfa, da dove appare la zona arida di Khum. La zona infatti, si trovava all’incrocio di quattro piste, dove i pellegrini si dividevano per differenti destinazioni. Improvvisamente il Profeta (S) ordinò di fermarsi, così i musulmani che erano andati oltre vennero richiamati indietro, mentre quelli che erano indietro vennero attesi, fino a quando raggiunsero la folla adunata. Poi, il Muezzin, salì in alto per chiamare alla preghiera del Dhor. Il vento era secco e cocente, e costrinse certi a mettere una parte del mantello sotto i piedi e l’altra sulla testa, per proteggersi dal calore della sabbia e del sole... Compiuta la preghiera, i pellegrini si affrettarono per posare delle piccole tende che avevano con loro, per proteggersi dal calore del mezzogiorno. Tuttavia il Profeta (S) li informò che dovevano essere pronti ad ascoltare un nuovo messaggio divino contenuto in un suo sermone. Certi erano lontani tanto da non riuscire a vederlo, quindi gli venne creato un Minbar con le selle dei cammelli, quindi salì e dopo aver lodato ed esaltato Allah, si rivolse alla gente nel seguente modo: “Avete pensato a come trattare le due cose pesanti dopo di me?”. Ed uno gridò: “Che cosa sono le due cose pesanti, o profeta di Dio?”. Egli rispose: “Il peso maggiore è il Libro di Allah e l’altro più piccolo è la mia famiglia”. All’improvviso la gente vide il Profeta (S) guardarsi intorno, finché vide Ali, si piegò (lo fece salire), prese la sua mano e la alzò fino a che si vide il bianco delle loro ascelle. E dopo che la gente ebbe riconosciuto Ali, il Profeta (S) disse: “O gente, chi ha più autorità sui credenti che loro stessi?”. Loro dissero: “Allah ed il Suo messaggero ne sanno di più”. Il Profeta (S) disse: “Allah è il mio mawla e io sono il mawla dei credenti, ed io ho più autorità sui credenti di essi su loro stessi. Chi mi considera il suo mawla, allora Ali è il suo mawla”. Poi guardò verso il cielo ed invocò Allah dicendo: “O Allah, sta vicino a chi gli sta vicino, avversa colui che lo avversa, ama colui che lo ama, odia colui che lo odia, dai vittoria a colui che lo aiuta a vincere, deludi colui che lo delude e fai che la verità stia con lui ovunque vada”. Quando si concluse il sermone del Profeta (S), la gente non si disperse fino a quando scese Jibril con il versetto “Oggi ho reso perfetta la vostra religione, ho completato per voi la Mia grazia e Mi è piaciuto darvi per religione l’Islam” (5:3). (1)
Allora il Profeta (S) disse: “Allah è il più Grande, perché ha reso perfetta la religione, ha completato la grazia ed è rimasto soddisfatto per il mio mandato e per la wilaya di Ali dopo di me”.
Inoltre nel libro Al-Kafi (vol.1,pag.289,num.4) possiamo leggere:
Bin Ibrahim narra da suo padre, da Ibn Abi’Amir, da Omar Bin Udaina, da Zurara e Al-Fudayl Bin Jasar e Bakir Bin ‘Ayan e Muhammad Bin Muslim e Barid Bin Muhawia e Abi Al-jarud, che Abu Jafar disse: “Allah ha ordinato al Profeta (S) di informare la gente sulla wilaya di Ali, quindi ha fatto scendere su di lui la Ayah “In verità i vostri alleati sono Allah ed il Suo Messaggero e i credenti che assolvono all’orazione e pagano la decima, prosternandosi con umiltà” (5:55). Ma la gente non ha compreso cosa fosse la wilaya, così Allah ha ordinato al Profeta (S) di spiegarla nel modo in cui spiegava la Salat, la Zakat, il Sawm ed il Hajj. Quando giunse questo ordine il Profeta (S) si rattristò perché ebbe paura (2) che la gente lasciasse la religione Islamica, che non gli avrebbero creduto, così chiese dei chiarimenti ed a questo punto Allah gli rivelò: “O Messaggero, comunica quello che è sceso su di te da parte del tuo Signore. Che se non lo facessi non assolveresti alla tua missione. Allah ti proteggerà dalla gente” (5:67). Di conseguenza il Profeta (S) informò la gente a Ghadir Khum riguardo la wilaya di Ali dopo di lui, ad alta voce dopo la chiamata alla preghiera e chiese ai presenti di informare gli assenti.”
VERSIONE SUNNITA
Riportiamo la versione sunnita maggiormente approvata, contenuta nel Sahih Muslim, Kitab Al-Fadail n.2401. 
In una narrazione riportante un dialogo tra Hasin e Zayd Bin Arqam, quest’ultimo disse: “ Un giorno il Profeta (S) si alzò in piedi per recitare un sermone in una località conosciuta come Ghadir Khum, che si trova tra Mecca e Medina. Dopo aver predicato, ricordato, lodato ed esaltato Allah alla gente, disse: “O gente, io sono un essere umano, sto per ricevere il messaggero del mio Signore e dovrò rispondere alla chiamata (alla morte); lascerò tra voi due cose pesanti: la prima è il Libro di Allah ove c’è la buona guida e luce, tenetevi stretti al Libro di Allah; e dopo le raccomandazioni sul Corano disse: “E la gente della mia casa, vi ricordo Allah riguardo la gente di casa mia, vi ricordo Allah riguardo la gente di casa mia”. Hasin chiese a Zayd: “E chi sono la gente di casa sua? Le sue mogli fanno parte della gente di casa sua?”. Zayd rispose: “Si (ne fanno parte), e la gente di casa sua sono coloro per i quali l’accettazione dell’elemosina è stata proibita”. Hasin disse: “E chi sono?”, Zayd rispose: “Sono la famiglia di Ali, la famiglia di Aqil, la famiglia di Ja’far e la famiglia di Abbas”. Hasin allora disse: “Sono questi coloro per i quali l’accettazione dell’elemosina è vietata?, Zayd disse: “Si”.

ANALISI
Una della più importanti prove, secondo gli sciiti, per confermare che Ali sarebbe colui che avrebbe dovuto essere il primo Califfo dopo il Profeta (S), e quello che accadde a Ghadir Khum, e non è un caso che hanno scritto un libro in 11 volumi chiamato Kitab Al-Ghadir. L’evento di Ghadir è riportato dai sunniti in Sahih Muslim come nella traduzione di prima, l’aggiunta della frase “chi mi considera il suo mawla, allora Ali è il suo mawla” è riportata da Tirmidi, Ahmed, Nasai ed Al-Hakim con catene di trasmissione da taluni ritenute affidabili (3), mentre riguardo altre frasi come: “O Allah, sta vicino a chi gli sta vicino, avversa colui che lo avversa...” alcuni sapienti hanno cercato di trovare delle catene di trasmissione affidabili, ma la posizione più veritiera e condivisa è la loro inaffidabilità; ed in ultimo la frase “dai vittoria a colui che lo aiuta a vincere, deludi colui che lo delude e fai che la verità stia con lui ovunque vada” è ritenuta un aggiunta fabbricata sul Profeta (S), che non ha fonti di trasmissione, quindi non la prendiamo in considerazione nel discorso.
Il punto focale di questo hadith è la frase “chi mi considera il suo mawla, allora Ali è il suo mawla”, usata dagli sciiti per dimostrare che Ali è il legittimo Califfo dopo il Profeta (S), appoggiandosi sul significato dell’espressione “mawla”, ed il fatto che il Profeta (S) abbia fatto sostare la gente sotto il sole in numero maggiore di centomila non solo per informarli che amava Ali, ma per nominarlo come suo successore.
Ma prima indaghiamo le ragioni per cui il Profeta (S) ha tenuto questo discorso a Ghadir Khum, e le circostanze che lo hanno accompagnato.

Ragioni e Circostanze
1) Buraida Bin Al-Hasib narra che Khalid Bin Al-Walid inviò un messaggero al Profeta (S) chiedendogli di inviare qualcuno (nello Yemen) a raccogliere il Khums. Venne inviato Ali, raccolse il Khums e da questo si scelse una schiava. Buraida disse: “ Quando vidi Ali che aveva compiuto il ghusl, odiai questa cosa e dissi a Khalid: “Non lo vedi?!”. Quando raggiungemmo il Profeta (S) gli raccontammo questo fatto ed il Profeta (S) disse: “O Buraida, tu odi Ali?”, io risposi: “Si”, allora il Profeta (S) disse: “Non odiarlo poiché egli merita dal Khums, più di questo”.
(Sahih Bukhari, Kitab Al-Maghasi, Bab Ba’t Ali wa Khalid Ila Yaman, n.4350)
In questo caso Buraida non critica Ali perché geloso della schiava, ma per il fatto che secondo lui, Ali avrebbe commesso un irregolarità prendendo subito la sua parte del Khums, mentre in altre occasioni avrebbe negato questo diritto ad altri.
Solitamente gli sciiti negano che Ali in Yemen avesse preso una schiava dalla sua parte del Khums, ma l’episodio è riportato anche in autorevoli fonti sciite, tra cui Kitab Al-Irshad, di Shaykh Mufid, da loro chiamato “Shaikh Al-Ta’ifa” (lo Shaikh della setta).
2) Al-Baihaki narra da Abu Said che Ali impedì di cavalcare i cammelli della sadaqa, ed incaricò su di loro un responsabile. Poi andò via, tornando dal Profeta (S), e quando (i cammelli) lo raggiunsero e vide che il responsabile da lui incaricato aveva permesso che venissero cavalcati, si arrabbiò e lamentò molto con lui (in un altra narrazione si racconta anche di vestiti che Ali impedì loro di indossare, prima del loro arrivo).
Abu Said disse che: “Quando incontrammo il Profeta (S) gli parlammo della durezza di Ali verso di noi” il Profeta (S) rispose: “O, Sa’ad Bin Malik (Abu Said), non dire certe cose su tuo fratello. Giuro su Allah che egli non ha fatto che il meglio per Allah”.
Anche Ibn Al-Kathir scrive che, quando l’esercito cominciò a parlare troppo su Ali, sul fatto che impedì di usare i cammelli della sadaqa e riprese i vestiti che il suo incaricato aveva permesso di indossare (ed Allah è il più Sapiente), allora il Profeta, dopo i riti del Pellegrinaggio quando stava tornando a Medina, si fermò a Ghadir Khum per fare un sermone per discolparlo, onorarlo e ribadire alla gente alcune sue qualità, così da rimuovere ciò che era nei cuori delle persone contro di lui.
(Al-Bidaya wa Nihaya, 5:95)
Queste furono le circostanze che indussero il Profeta (S) a parlare di Ali e della sua famiglia in quel luogo. Per fermare sul nascere invidie ed incomprensioni, che se lasciate maturare, potevano minare l’unità dei musulmani. E dal momento che questi malumori erano sorti tra alcuni compagni di Medina, e non interessavano a tutti i musulmani, egli attese di essere con loro sulla via del ritorno.

ANALIZZIAMO MEGLIO 
- Ghadir Khum è a 173 Km a nord di Mecca, come poteva essere il luogo di separazione dei pellegrini?

Ghadir Khum è situato a circa 4 Km dalla località al tempo chiamata Al-Juhfa, ora Rabigh.
Tenendo conto che la distanza tra Mecca e Medina è di circa 340 km e la distanza tra Rabigh e Mecca è di 173 Km, diventa difficile sostenere, come fanno Makarem Shirazi e gli sciiti, che quello fosse il luogo in cui le carovane dei pellegrini si separavano dopo il Pellegrinaggio. Come non era sicuramente la prima sosta che faceva una carovana di ritorno a Medina.
Ma era Mecca il luogo di raduno e di separazione dei pellegrini dopo il Hajj; quelli di Taif andavano ad est, i meccani restavano in città, gli yemeniti andavano a sud, i medinesi verso nord, ed altri ancora verso le rispettive destinazioni. Un semplice sguardo alla mappa dei luoghi ci fa capire che i pellegrini che erano con il Profeta (S) erano quelli sulla strada per Medina, e respinge l’idea che Ghadir Khum, a 173 Km a nord di Mecca, fosse il luogo della separazione delle carovane.

- Perché non durante gli importanti sermoni del Pellegrinaggio?
Il Profeta (S) ha aspettato a tenere il suo discorso, fino a quando si è trovato in viaggio con la gente di Medina, perché essendo stati loro a lamentarsi con lui di Ali, solo a loro era indirizzato.
Ma se lui avesse inteso nominare Ali quale suo successore, come intendono gli sciiti, lo avrebbe fatto durante i più importanti sermoni del Hajj, ad Arafa e Mina, alla presenza di tutti i pellegrini e capi tribù.
Nell’ultimo sermone del Hajj, il Profeta (S), ha parlato alle genti riguardo questioni importanti e sensibili dell’Islam, come quella sociale e politica, come mai allora non ha fatto alcun riferimento riguardo il suo successore e che quest’ultimo sarebbe stato nominato da Allah? E di più, non ha citato proprio Ali, in nessun modo, come Imam o Khalifa?
Se un argomento come quello della successione del Profeta (S) è importante e, come pensa la Shia, legato alla sopravvivenza stessa dell’Islam, allora come mai il Profeta (S) lo avrebbe dichiarato pubblicamente una sola volta a Ghadir Khum, e non lo ha più ribadito una volta tornato a Medina?
Inoltre gli sciiti, per dare ulteriore importanza all’avvenimento esagerano sul numero dei presenti, parlano di centomila persone a Ghadir Khum, quando in realtà quello forse era il numero totale dei pellegrini a Mecca, non di quelli di ritorno a Medina; ma indipendentemente dal numero, il senso non cambia.

- Definizione della parola “mawla”.
Gli sciiti usano la parola mawla, nel hadith di Ghadir Khum, per provare che Ali è stato nominato successore del Profeta (S). Ma una tale prova deve essere esplicita e chiara, ed un vocabolo non deve avere altri sensi ed interpretazioni, altrimenti non può rappresentare una prova valida.
In realtà la parola “mawla”, come altre nella lingua araba, ha più significati.
Basta aprire un dizionario arabo per vedere le varie definizioni di questo vocabolo, Ibn Al-Atheer nel suo dizionario, alla parola mawla indica: signore, proprietario, benefattore, liberatore, colui che fa vincere, amante, alleato, cugino, genero, schiavo, ecc... (Gharib Al-Hadith,5-221)
Ad esempio Zayd Ibn Haritha era chiamato Mawla An-Nabi (servo del Profeta), e Salim era chiamato Mawla Abi Hudayfa perché era il servo di Abu Hudayfa.
Il questo hadith, la parola “mawla” non può significare “successore” o “imam”, ma piuttosto la miglior traduzione è “intimo amico”, e questo in base a diversi motivi.
“Mawla” deriva da “wilaya” che vuol dire “amore, amicizia”, invece “waly” che deriva da “walaya” indica leadership, ma il Profeta (S) ha utilizzato “mawla” e non “waly”.
Il Profeta (S) ha utilizzato “mawla” non solo per definire Ali come “intimo amico”, ma anche riferito ad altri. Ad esempio nel Sahih Bukhari leggiamo che disse: “Le tribù dei Quraish, Ansar, Juhaina, Muzaina, Aslam e Ghifar sono i miei amati (mawaly: plurale di mawla) e non hanno alcun protettore tranne Allah ed il Suo Apostolo”. (Sahih Bukhari, vol.4, libro 56, n.715)

- Il Sacro Corano mai cita la parola “mawla” con riferimento al califfato, imamato o successione.
Vediamo degli esempi:
“Quest'oggi non sarà accettato riscatto né da voi, né da coloro che non credettero. Vostro rifugio sarà il Fuoco: questo è il vostro inseparabile compagno (mawlakom). Qual triste rifugio!” (57:15)
Il fuoco dell’Inferno viene definito come “mawlakom”, cioè il “vostro mawla” per i miscredenti, a causa della loro estrema vicinanza, ed è questa la definizione intesa nell’hadith di Ghadir Khum, cioè l’estrema vicinanza, di Ali, al Profeta (S) ed ai credenti.
“Date loro il nome dei loro padri: ciò è più giusto davanti ad Allah. Ma se non conoscete i loro padri siano allora vostri fratelli nella religione e vostri protetti (mawalikom).” (33:5)
“In verità i vostri alleati (waliyokom) sono Allah e il Suo Messaggero e i credenti che assolvono all'orazione e pagano la decima, prosternandosi con umiltà. E colui che sceglie per alleati Allah e il Suo Messaggero e i credenti, in verità è il partito di Allah che avrà la vittoria.” (5:55-56)
In questi versetti Allah si riferisce a tutti i credenti come a dei “waly” (alleati), come possono allora, in questi versetti, gli sciiti definire “waly” come “califfo” od “imam”? A meno che tutti i credenti diventino improvvisamente “califfi” od “imam”?!
Gli sciiti hanno la pretesa scandalosa di riferire “i credenti” (mu’minin) questi versetti al solo Ali, nonostante il fatto che si riferiscano ai credenti al plurale.
Senza dubbio Ali, come molti altri credenti, era incluso in questi versetti, ma non possono riferirsi esclusivamente a lui essendo al plurale. In effetti la parola “waliiyokom” qui utilizzata per i credenti si riferisce all’amore, vicinanza ed aiuto.
“Ciò in quanto Allah è il Patrono (mawla) dei credenti, mentre i miscredenti non hanno patrono (mawla) alcuno.” (47:11)
Questo versetto non si riferisce al Califfo od all’Imam, ma piuttosto ad un intima protezione, in caso contrario non avrebbe senso.
Se invece traducessimo “mawla” come inteso dagli sciiti, significherebbe che i miscredenti non hanno alcun leader, mentre naturalmente i miscredenti hanno i loro leader, ed Allah ce lo conferma:
“Ne facemmo guide che invitano al Fuoco e, nel Giorno della Resurrezione, non saranno soccorsi.” (28:41)
“E se dopo il patto mancano ai loro giuramenti e vi attaccano [a causa del]la vostra religione, combattete i capi della miscredenza. Non ci sono giuramenti [validi] per loro: forse così desisteranno.” (9:12)
Quindi quando Allah ci dice che “i miscredenti non hanno patrono (mawla) alcuno”, si riferisce ad un protettore, non certo ad un Califfo od Imam.
“Il Giorno in cui nessun alleato (mawla) darà rifugio al suo alleato (mawla) in alcunché e non saranno soccorsi, eccetto chi avrà la misericordia di Allah. In verità Egli è l'Eccelso, il Misericordioso.” (44:41-42)
Questo significa che nel Giorno del Giudizio nessun leader, imam, darà rifugio al suo ulteriore leader od imam? Questo non ha senso, piuttosto in questi versetti Allah si riferisce a persone che nella vita sono state alleate, non capi od imam l’uno dell’altro.
L’hadith di Ghadir Khum va interpretato come i versetti del Sacro Corano, che si riferiscono ad alleanza, amore, aiuto ed intima amicizia. Il Profeta (S) in seguito ad alcune polemiche, ha raccomandato alla gente di Medina di essere vicina ad Ali, di amarlo e rispettarlo per il suo rango e meriti. Ed è esattamente questo quello che Abu Bakr, Omar, Uthman, hanno fatto durante i loro califfati, lavorando e governando con Ali.

- Il Sacro Corano non ne parla.
Se il sermone del Profeta (S) a Ghadir Khum avesse inteso stabilire un patto tra i musulmani ed Ali per nominarlo suo successore, scelto divinamente, allora perché il Sacro Corano non ha subito registrato questo evento ed in modo esplicito?
Essendo, per gli sciiti, l’imamato il pilastro essenziale della fede nell’Islam, è strano che il Corano non ne parli ed invece citi altri episodi di minore importanza, tra cui citiamo, “Bai’at Al-Ridwan” (il giuramento sotto l’albero) e “Bai’at An-Nisaa”(giuramento delle donne):
“Già Allah si è compiaciuto dei credenti quando ti giurarono [fedeltà] sotto l'albero. Sapeva quello che c'era nei loro cuori e fece scendere su di loro la Pace: li ha ricompensati con un'imminente vittoria .” (48:18)
“O Profeta, quando vengono a te le credenti a stringere il patto, [giurando] che non assoceranno ad Allah alcunché, che non ruberanno, che non fornicheranno, che non uccideranno i loro figli, che non commetteranno infamie con le loro mani o con i loro piedi e che non ti disobbediranno in quel che è reputato conveniente, stringi il patto con loro e implora Allah di perdonarle. Allah è perdonatore, misericordioso.” (60:12)

- Perché tutti non compresero?
I compagni del Profeta (S) che erano di lingua araba, credevano nella sua profezia, ed ascoltarono direttamente da lui questo sermone, non hanno inteso “mawla” come “autorità” o “successore”, ma come “amore e lealtà verso Ali”.
E’ possibile che non ci fosse una persona, su alcune migliaia di pellegrini, tra cui sapienti e credenti elevati intellettualmente, che hanno frequentato assiduamente il Profeta (S), che comprese nel modo corretto il termine “mawla”?
E’ anche da notare che il Profeta (S) nel suo discorso non disse “chi mi considera il suo mawla, allora Ali è il suo mawla, dopo di me, proprio allo scopo di non lasciare intendere una guida politica e spirituale dopo di lui, e nemmeno a lui alternativa durante la sua vita.
I sapienti sciiti rispondono a questa domanda, dicendo che i compagni del Profeta (S) non hanno compreso il reale significato a Ghadir Khum, o meglio non hanno voluto comprenderlo, a causa del loro eccessivo amore per la dunia (la vita terrena) e per l’orgoglio che gli ha fatto ignorare coscientemente il chiaro ordine del Profeta (S).
Per sostenete questa posizione essi hanno considerato, dopo la morte del Profeta (S), musulmani solo tre compagni: Salman, Abu Dhar e Al-Miqdad Bin Al-Aswad, secondo altri hadith anche Ammar Bin Yasser. Questo in base alla loro fonte più autorevole, Al-Kafi:
“Abu Jafar disse: La gente ha lasciato l’Islam, dopo la morte del Profeta, tranne tre. Ho detto: E chi sono questi? Lui disse: Al-Miqdad Bin Aswad, Abu Dhar Al-Ghifari e Salman Al-Farsi”. (Al-Kafi, Kitab Al-Rawda, pag.115).

Ma questa conclusione della Shia pone una serie di questioni e considerazioni:
- Quale fondamento dell’Islam hanno negato i compagni per essere considerati degli apostati?
- Sostenere che la gente ha abbandonato l’Islam dopo la morte del Profeta (S), significa dire che il suo faticoso e coraggioso lavoro durato 23 anni per invitare la gente all’Islam, non ha dato frutti tranne che per questi tre veri musulmani, i quali hanno portato nel mondo l’ultima Rivelazione di Allah.
- Manca un documento attendibile che dimostri che queste tre persone, abbiano mai sostenuto l’idea dell’imamato di Ali e la sua successione dopo il Profeta (S).
- Coma mai Ali non ha utilizzato questo avvenimento per convincere i musulmani, dopo la morte del Profeta (S), della sua autorità spirituale e temporale e diritto alla successione come imam dei musulmani?
- Se è vero che i compagni del Profeta (S), dopo la sua morte, si sono dimostrati degli ipocriti, schiavi dell’amore della dunia, in tal caso come possiamo fidarci del Sacro Corano che essi ci hanno trasmesso e che leggiamo fino ad ora?
E’ da notare che il Profeta (S) nel sermone a Ghadi Khum non ha detto “chi mi considera il suo mawla, allora Ali è il suo mawla, dopo di me”, allo scopo di non lasciare intendere una guida politica e spirituale dopo di lui, e nemmeno durante la sua vita.

CHI HA SBAGLIATO?
Applicando il ragionamento logico alla tesi della Shia, qualche elemento di questa storia non ha agito correttamente, o per distrazione o criminalmente, compromettendo definitivamente l’autentico messaggio dell’Islam.
Chiediamo agli sciiti, secondo voi chi ha sbagliato?
- Allah l’Onnipotente (astagfiruLlah)? Che non ha rivelato al Suo Profeta la Ayah “O Messaggero, comunica quello che è sceso su di te da parte del tuo Signore. Che se non lo facessi non assolveresti alla tua missione. Allah ti proteggerà dalla gente” (5:67), durante i riti del Pellegrinaggio, quando tutti erano presenti (più di 100.000), ma l’ha rivelata dopo che buona parte dei pellegrini erano ormai diretti a casa. Quindi non mettendo tutti a conoscenza di un così fondamentale pilastro dell’Islam.
- Il Profeta Muhammad (S)? Che non ha comunicato in modo esplicito l’ordine divino, facendo cadere la sua Umma nel dubbio e nelle divisioni. Non spiegando bene il senso ed il termine della sua dichiarazione, inoltre davanti ad un pubblico ridotto?
- I Compagni del Profeta? Che corrotti nell’animo dall’amore delle cose terrene, per passione, in migliaia hanno mal interpretato il discorso del Profeta (S), come invece hanno correttamente fatto ,diverso tempo dopo, i “distaccati ed imparziali” sapienti sciiti.


A colui che cerca la Verità, il giudizio finale.


Articolo scritto da “Studiamo La Shia” , principali fonti consultate:
http://www.schiiten.com/backup/AhlelBayt.com/ahlelbayt.com/index.html
Hiqba Mina Al-Tariqh, di Uthman Al-Khamis
Al-Manhaj Al-Qurani Al-Fasil Bayna Usul Al-Haqq wa Usul Al-Batyl, di Taha Ad-Daylami
Nazaryiatu Al-Imama fi Mizan Al-Naqd, di Hujjatullah Niquyi

NOTE:

1) Secondo le fonti di Ahl As-Sunna approvate, questa ayah (5:3) che è l’ultima rivelata del Sacro Corano, è scesa sul Profeta (S) di venerdì, dopo Salat Al-Asr, il giorno di Arafa, durante il suo ultimo Pellegrinaggio. Nel Sahih Bukhari è narrato da Al-Hasan Bin Sabaha, nel Sahih Muslim è narrato da Abd Bin Hamid, Tafsir Ibn Khathir, vol.3, pag.26,Tafsir Al-Qurtuby, vol.6, pag.29, Al-Wahidy, Asbab Al-Nusul, pag.98, ...ed altre ancora.
2)Quando giunse questo ordine il Profeta (S) si rattristò perché ebbe paura..” : al solito, delle tradizioni sciite.
3) Il testo “Hiqba Mina Al-Tariqh” di Uthman Al-Khamis, fornisce le seguenti note:
- Jami’a At-Tirmidi, Kitab al-Manakib, Bab Manakib Ali, hadith 3713
- Ahmed nel Musnad, 5-347
- An-Nasai nel Khasais Ali, pag.96 num.79
- Al-Hakim, nel Mustadrak 3-110
Per maggiori approfondimenti sui testi in arabo:
Sunan di An-Nasai Al-Kubra: http://islamport.com/d/1/mtn/1/61/2209.html
Musnad di Ahmed Bin Hanbal: http://islamport.com/d/1/mtn/1/89/3511.html
Al-Mustadrak di Al-Hakim: http://islamport.com/d/1/mtn/1/22/480.html
Sunan di At-Tirmidi: http://hadith.al-islam.com/Page.aspx?pageid=192&BookID=26&PID=3646



Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/