"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



domenica 29 gennaio 2012

ORIGINI EBRAICHE DELLA SHIA

Quando i giudei si sono convinti di non essere in grado di arrestare la rapida crescita e diffusione del Cristianesimo, mediante la forza, hanno pianificato di distruggerlo dall’interno.

Questa missione venne realizzata con successo dal rabbino Paolo.
Quando arrivò l’Islam, allo stesso modo, i giudei ancora una volta tentarono di spaccare questa nuova religione. I loro sforzi presero molte forme, dai tentativi di assassinare l’Apostolo di Allah, allo scatenare guerre che si conclusero con l’espulsione di molti di loro da Medina o l’esecuzione di quelli che violarono la tregua.
Allo stesso modo, si convinsero che il miglior modo per distruggere l’Islam e l’unità fra i musulmani era ricorrere alla trama che usarono per il Cristianesimo.
Un ebreo yemenita chiamato Abdullah Bin Saba, come fece Paolo, pretendeva di aver abbracciato l’Islam mentre piantava con successo i semi di un nuovo culto.
Giunse a Medina dallo Yemen durante il califfato di Uthman Bin Affan ed iniziò a pianificare la sua trama, aspettando l’opportunità che trovò proprio in Ali Bin Abu Talib.



RECENTEMENTE ALCUNI SCIITI INIZIANO A SOSTENERE CHE ABDULLAH BIN SABA SIA UN MITO, UNA PERSONA IMMAGINARIA, E’ VERO?
E’ naturale per loro vergognarsi di questo, ma la nostra domanda è, se è così perché hanno taciuto per 14 secoli, e non un loro studioso l’ha contestato in tutto questo periodo?
Inoltre, cosa dicono dei loro grandi studiosi che hanno confermato l’esistenza di questo ebreo, e cosa dicono degli “imam infallibili” che hanno pure loro confermato le sua esistenza?
Certo, se Abdullah Bin Saba fosse un mito, sarebbe un duro colpo alla credibilità dei loro “imam infallibili” ed alle fondamenta dello sciismo.
Tuttavia noi vogliamo provare il nostro punto di vista, non utilizzando fonti dell’Ahl Al-Sunna o neutrali fonti terze, ma saranno chiamati a testimoniare i loro storici e quelli che loro definiscono “rappresentanti di Allah sulla terra”, gli “infallibili imam”.

Abu Muhammad Al-Hasani Bin Musa Al-Nubakhti:
Su di lui, il ben noto studioso sciita Al-Najashi scrive: “Al-Hasan Bin Musa:Abu Muhammad Al-Nubakhti, l’esperto in dialettica che ha superato i coetanei del suo tempo, prima e dopo il 300 (Hijra)” (Al-Fihrist, pag.47; Ash-Shia Wa Sunnah, pag.22)
Un alto fondamentale studioso, At-Tusi, scrive: “Abu Muhammad, esperto in dialettica e filosofo, fu un imam, una colonna della fede, affidabile...e lui è uno degli studiosi che sono un punto di riferimento” (Al-Fihrist, pag.98)
Nurallah At-Tasturi ha scritto: “Al-Hasan Bin Musa, una delle celebrità di questa setta e dei suoi studiosi. Era un esperto in dialettica, un filosofo, un imam nella fede” (Majaalis Al-Mu’mineen, pag.177)
Avendo stabilito l’autorevolezza di questo storico direttamente da fonti sciite, leggiamo quello che Al-Nubakhti aveva da dire su Abdullah Bin Saba: “Abdullah Bin Saba era uno di quelli che hanno calunniato e rinnegato Abu Bakr, Omar, Uthman ed i Compagni, ed egli sosteneva che era stato Ali a dirgli queste cose. Ali lo fece arrestare, sotto interrogatorio ammise l’accusa, ed Ali ordinò che venisse giustiziato. Ma la gente gridava: “Oh, capo dei credenti! Fai giustiziare un uomo che invoca al tuo amore, all’Ahl Al-Bayt, alla vostra fedeltà ed al rinnegamento dei vostri nemici?”. Ali lo esiliò ad Al-Mada’in (Persia). Alcuni sapienti compagni dell’imam Ali hanno riportato che Abdullah Bin Saba era un ebreo che abbracciò l’Islam e si schierò con Ali. Che, quando era ebreo, era sostenitore dell’opinione che Yousha Bin Noon fosse il successore di Mosè e dopo la sua sottomissione all’Islam e la scomparsa del Profeta, egli sostenne la stessa cosa per Ali. Egli fu il primo che manifestò pubblicamente per l’imamato di Ali, rinnegando i suoi nemici e discutendo i suoi oppositori. Da questo, coloro che si oppongono alla Shia dicono che l’origine della Shia è radicata nel giudaismo. Quando Abdullah Bin Saba sentì parlare della morte di Ali, durante il suo esilio a Mada’in, disse a chi annunciava la notizia: “Tu sei un bugiardo, anche se portate la sua testa in settanta borse e portate settanta testimoni della sua morte, noi insisteremo che non è morto né è stato ucciso e non morirà fino a quando egli governerà il mondo.”  (Firaq Al-Shi’a, pag.43-44)

Abu Amr Bin Abdul Aziz Al-Kash-shi:
Un altro ben noto studioso che ha menzionato Abdullah Bin Saba, ed uno dei primi biografi sciiti. Nell’introduzione al suo libro leggiamo: “ Egli è degno di fiducia, un adepto, un esperto in tradizioni ed uomini, molto esperto, fondato nella fede, sulla retta via... I più importanti libri di biografie sono quattro, fortemente considerati i quattro pilastri fondamentali in questo campo. Il più importante e primo fra tutti è Ma’rifat Al-Naqileen Anil Aimmah As-Sadiqeen (Conoscere i trasmettitori sull’autorità degli imam veritieri), conosciuto come Rijaal Al-Kash-shi.”  (Rijaal Al-Kash-shi, introduzione)
Avendo stabilito l’autorità di questo studioso, esaminiamo cosa ha da dire su questo così detto “ebreo mitologico”, Abdullah Bin Saba: “Alcune persone che hanno la sconoscenza hanno detto che Abdullah Bin Saba era un ebreo, che ha abbracciato l’Islam e sostenuto Ali. Quando era ancora ebreo, era solito essere estremista nel chiamare a Yousha Bin Noon come successore di Mosè, e dopo aver abbracciato l’Islam- dopo la scomparsa del Messaggero di Allah- sostenne lo stesso per Ali. Egli fu il primo ad annunciare pubblicamente l’imamah obbligatoria per Ali, rifiutando e rinnegando i suoi nemici, discutendo i suoi avversari e chiamandoli miscredenti. Di conseguenza, coloro che si oppongono agli sciiti, spesso dicono: “Gli sciiti -rafidah- hanno le loro radici nel giudaismo”.  (Rijaal Al-Kash-shi, pag.101; Al-Mamaqaani, autore del Tanqeeh Al-Maqaal, un autorevole biografo sciita cita lo stesso a pag.184 del suo libro)
 
Ora, se queste autorità sciite hanno mentito circa l’identità di Abdullah Bin Saba, allora sarà maggiore la possibilità che possano mentire su altre questioni, come gli eventi di Siffin, l’assassinio di Hussain ed altri dogmi sciiti. Di conseguenza se questo è il caso, il dubbio offuscherà tutti gli eventi e narrazioni da loro riportati.
Ma supponendo che questi uomini siano bugiardi, l’errore si sia insinuato nei loro libri, e quindi la loro testimonianza non sia una prova (hujjah) vincolante per gli sciiti, vi invitiamo ad esaminate la testimonianza dei ma’soomen, quelli da loro considerati “infallibili” e visti come “rappresentanti di Allah”, le cui parole per gli sciiti sono equiparabili a quelle di Allah.

Gli “infallibili”:
Narrato da Muhammad Bin Qolawaih, da Sa’d Bin Abdullah, da Yaqoub Bin Yazeed e Muhammad Bin Issa, da Ali Bin Mahziyar, da Fadalah Bin Ayoub Al-Azdi, da Abbas Bin Othman che disse: “Ho sentito Abu Abdillah (Ja’far Bin Muhammad As-Sadiq) dire: “Possa Allah maledire Abdullah Bin Saba, ha rivendicato la qualità divina per Amir Al-Mu’mineen. Per Allah, Amir Al-Mu’mineen è stato volontariamente schiavo di Allah. Guai a chi mente su di noi , perché ci sono persone che dicono ciò che noi non diciamo su noi stessi, ci rifugiamo in Allah da loro, ci rifugiamo in Allah da loro.”

Narrato da Yaqoub Bin Yazeed, da Ibn Abi Omair ed Ahmad Bin Muhammad Bin Issa, da suo padre ed Al-Husain Bin Sa’eed, da Hisham Bin Salim, da Abu Hamza Al-Thumeli che ha detto: Imam Ali Bin Al-Husain (Zayd Al-Abideen) disse: “Possa la maledizione di Allah ricadere su coloro che dicono menzogne su di noi. Ho menzionato Abdullah Bin Saba ed ogni pelo del mio corpo si è rizzato, Allah lo maledica. Ali è stato per Allah un servo devoto di Allah, il fratello del Messaggero di Allah. Egli non ha guadagnato grazie ed onori da Allah eccetto che con l’obbedienza ad Allah ed al Suo Messaggero. Ed il Messaggero di allah non ha guadagnato onori da Allah eccetto che con la sua obbedienza ad Allah.”
Narrato da Muhammad Bin Khalid At-Tayalisi, da Ibn Abi Najran, da Abdullah Bin Sinaan che disse: Abu Abdillah (Ja’fa Bin Muhammad As-Sadiq) disse: “Noi siamo una famiglia di veridicità. Ma non siamo al sicuro da un bugiardo che mente su di noi, per minare la nostra verità davanti alla gente con le sue bugie. Il Messaggero di Allah è stato la più sincera delle persone in quello che ha detto, il più veritiero di tutta l’umanità e Musaylima ha mentito su di lui.
Il Comandante dei Credenti è stato il più veritiero tra la creazione di Allah, dopo il Messaggero di Allah, e chi ha mentito su di lui cercando di minare la sua veridicità, sostenendo bugie, è stato Abdullah Bin Saba”. (Ibid, pag.100-101)
Per ulteriori fonti, consultare la popolare collezione di hadith della Shia, Al-Kafi.

Noi continuiamo con la testimonianza di Hasan Bin Al-Hilli, un altro famoso biografo sciita, ed esaminiamo cosa ha da dire su Abdullah Bin Saba: “Abdullah Bin Saba ritornò alla miscredenza e dimostrò estremismo. Egli rivendicò l’investitura profetica, e che Ali era Allah (in carne ed ossa). Ali, per tre giorni consecutivi gli chiese di pentirsi, senza successo, allora lo fece bruciare vivo con settanta uomini che gli attribuivano qualità divine”. (Kitab Ar-Rijal, pag.469, Teheran, 1383 E.)
Continuando con ulteriori testimonianze, esaminiamo il biografo sciita Al-Astra Abadi, e la sua testimonianza: “Abdullah Bin Saba rivendicò la profezia e che Ali stesso era Allah il Sublime. Dopo aver sentito questa accusa, Amir Al-Mu’mineen lo chiamò e gli chiese conferma. Quando egli ammise, gli disse: “Rinnega quello che sostieni e pentiti, possa tua madre perderti!”. Tuttavia (Abdullah) rifiutò, ed Ali lo trattenne per tre giorni, ma egli continuò a rifiutare di pentirsi, dunque lo bruciò (vivo)”. (Menhaj Al-Maqal, pag 203)
Altri elementi di prova da uno storico persiano che conferma: “Quando Abdullah Bin Saba apprese che l’opposizione ad Uthman in Egitto era numerosa, andò lì, e pretese di avere la conoscenza e la rettitudine fino a quando la gente si fidò di lui. Dopo che si fu stabilito, cominciò a propagandare le sue idee e teorie, che per ogni profeta c’era un successore designato, e l’incaricato (wasi) dell’Apostolo di Allah e suo successore non era altro che Ali, benedetto con la conoscenza e le fatwa, ornato con la generosità ed il coraggio, e noto per la sua onestà e rettitudine.
Egli inoltre diceva: “La Ummah ha fatto torto ad Ali, usurpato il suo diritto, il diritto di khilafah (successione) e wilayah. E’ incombente su voi tutti aiutarlo e sostenerlo”. Egli immediatamente revocò la sua obbedienza ed alleanza ad Uthman e con il suo dire ed azioni conquistò molti egiziani, che si ribellarono contro Uthman”. (Tareekh Shi’i, vol.2, pag.292)

La testimonianza degli “imam infallibili” dell’Ahl Al-Bayt dovrebbe essere sufficiente a convincere i credenti sciiti ed a confutare gli sciocchi sforzi per convincere i musulmani che questo uomo meschino, Abdullah Bin Saba, sia un mito inventato, anche se migliaia di fonti dell’Ahl As-Sunna ed indipendenti delineano questo individuo miserabile per quello che è.
E ci sono centinai di altri libri che affermano e confermano che la Shia è nata con questo ebreo yemenita che pretendeva “amore per l’Ahl Al-Bayt” ed invocava per loro giustizia, come complotto per rompere l’unità della nazione Islamica, che aveva scacciato le tribù ebraiche dalla penisola araba. Non è sorprendente quindi che l’alleanza tra ebrei e magi (zoroarstriani) prosperò particolarmente in Persia nelle mani della dinastia savafide, come vendetta contro coloro che umiliarono i loro sogni di potenza (vedi Omar Ibn Al-Kattab) ed una civiltà che non molto tempo prima era una delle super potenze mondiali.

Fonte: “Il Contesto Storico della Shia” http://www.defending-islam.com/page4.html

Articolo pubblicabile riportando la fonte: http://studiamolashia.blogspot.com

domenica 15 gennaio 2012

IL GRANDE AYATOLLAH E MARJIA JAWAD AL-TABRIZI SUL CORANO

Che la credenza nella falsificazione del Corano sia un fondamento della Shia Duodecimana, è un segreto di Pulcinella, salvo per coloro che preferiscono chiudere gli occhi sulla realtà (sovente i comuni credenti sciiti).

E quando gli sciiti si trovano di fronte a citazioni di loro autorevoli studiosi che esplicitamente affermano che il Corano è stato manomesso, adopereranno stratagemmi per cercare di dimostrare che simili tesi ci siano tra i musulmani sunniti, o come fece un giovane sciita in una discussione su un forum, affermano che “queste non sono le mie credenze!”.
In questo articolo citiamo le dichiarazioni del Grande Ayatollah Marjia Jawad Al-Tabrizi, (morto nel 2006) importante punto di riferimento contemporaneo per gli sciiti duodecimani.
Ha concluso la sua vita come insegnante di Usul e Fiq, nella hawza di Qom, in Iran.
Tra i suoi insegnanti ricordiamo il Grande Ayatollah Borujerdi ed il Grande Ayatollah Al-Khoi.
Nel suo sito ufficiale, nella sezione dedicata a domande e risposte, una in particolare che ha attirato la nostra attenzione, e specialmente la risposta dell’Ayatollah Al-Tabrizi, che ci sembra possa interessare tutti coloro che discutono della credenza imamita nella falsificazione del Corano.

Al-Tabrizi, viene interrogato su alcune questioni e sul significato del celebre hadith “Al-Taqalayn” (come riportato in ambiente sciita).
Riguardo a quest’ultimo, la domanda è la seguente:
“Il Profeta ha detto “lascio tra voi due cose pesanti. Il Libro di Allah e la mia Famiglia, la gente della mia casa. Se voi aggrapperete a loro non vi svierete mai, dopo di me”. Cos’é il peso maggiore, il Libro di Allah o la famiglia?”
Risposta dell’Ayatollah Al-Tabrizi:
“Nel nome di Dio...il significato del peso maggiore è il reale Corano, preservato dall’Ahl Al-Bayt e nei cuori di certi credenti. Gli imam hanno sacrificato loro stessi per proteggere il peso maggiore, ed il Corano non è queste stampe che girano tra le mani dei credenti, perché queste stampe raccontano solo del Corano che è preservato dalla sua gente (gli Ahl al-Bayt) “.

I libri attuali non conterrebbero il vero Corano, ma ne sarebbero pallide imitazioni.
Il vero Corano è quello conservato dal dodicesimo imam.

Quindi quando i religiosi sciiti, parlando ad un pubblico musulmano, rifiutano l’accusa di credere nella falsificazione del Corano ed affermano di credere fortemente nella sua preservazione, in realtà non intendono in Corano con la c minuscola che tutti possiamo vedere, ma in vero Corano, nascosto in una grotta con l’imam da un millennio.

Ora ci chiediamo quale sia, secondo loro, il significato della Rivelazione del Corano, il Messaggio Divino, la Guida, se poi è stato rimosso dall’umanità e reso disponibile solo all’imam nascosto! Mentre in realtà è l’umanità che avrebbe necessità del Messaggio Divino e della Guida, non “l’infallibile imam nascosto”, che nelle loro convinzioni è superiore a profeti e messaggeri, e possiede tutte le conoscenze.

Salvo che gli sciiti imamiti non considerino il ritiro del Corano una punizione divina, a causa del comportamento dei Compagni, che non avevano nessuna considerazione per lo scritto di Ali (Mushaf Ali).
Dal momento che la storiografia sciita riporta che, Ali (r) raccolse il Corano, giurando di non lasciare la sua casa fino a quando non ne avesse terminata la compilazione, mentre nello stesso tempo, Abu Bakr (r) nominava una commissione composta dai maggiori conoscitori del Corano, guidata da Zayd Ibn Thabit, sempre per raccoglierlo.
Così, sempre in queste storie sciite, quando Ali presentò il suo lavoro ad Abu Bakr, quest’ultimo lo scartò...ed Ali giurò che a causa del loro comportamento, loro non avrebbero mai più ricevuto la sua versione (il Mushaf Ali).
Allora bisognerebbe comprendere che a causa di questo comportamento dei Compagni, Ali decise di sottrarre il Corano all’umanità e privarla del vero Corano e Guida Divina, opponendosi nello stesso tempo ad Allah che ha rivelato il Suo Messaggio a tutta l’umanità.

Speriamo che lo studente dell’Ayatollah Al-Tabrizi, il celebre Ayatollah Kamal Al-Haydari, che nelle televisioni sciite “schiuma” per sfidare i musulmani, saprà trovare una buona scusa al suo maestro che, nella tomba, deve ora rispondere e giustificarsi di fronte agli Angeli che lo interrogano su credenze, azioni e parole, riguardanti quello che vi abbiamo presentato.


A cura di “Studiamo la Shia” da http://taqiya.net/
Sito dell’Ayatollah Marjia, At-Tabrizi con il testo originale, in arabo:
http://tabrizi.org/ar/2009/08/aghaed-1-3/


Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/

domenica 8 gennaio 2012

SUNNA IN IRAN – SHIA IN ARABIA SAUDITA: UN BREVE CONFRONTO

Prefazione

Alcune fonti di media nazionali filo iraniani, hanno recentemente pubblicato articoli che confrontano la situazione di entrambe le comunità, la sunnita in Iran e la sciita in Arabia Saudita.
Questi articoli sostengono che la comunità sunnita in Iran abbia maggiori diritti civili e libertà degli sciiti in Arabia Saudita.
Cari lettori, l’articolo che segue è un breve confronto tra le due comunità. Il giudizio finale, spetta a voi.

REPUBBLICA E REGNO
“Repubblica” e “Regno” sono due sistemi di governo noti nel mondo.

Negli stati repubblicani, le masse eleggono i loro governanti, politici e capi di stato; in altre parole i cittadini, a prescindere da differenze linguistiche, colore della pelle, religione ed etnia, danno il loro voto per scegliere i loro governanti, ed infine coloro che hanno ottenuto la maggioranza dei consensi, hanno diritto di governare.
Repubblica Islamica
Se la denominazione “Repubblica” appare accanto ad “Islamica”, questo dovrebbe significare che le regole di questo stato dovrebbero basarsi sull’Islam.
Le leggi e giurisprudenza islamiche dovrebbero riguardare i diritti civili e religiosi delle minoranze, e quindi proibire azioni ingiuste.
La Repubblica Islamica dell’Iran, si è formata dopo un lungo processo nazionale di opposizione e lotta, che è riuscito a sconfiggere l’ex regime iraniano. Il mondo ha visto la vittoria della rivoluzione iraniana nel Febbraio del 1979.
In Iran, sciiti e sunniti hanno insieme sostenuto il movimento anti Shah con il motto “Repubblica Islamica”.
D’altro canto, il “Regno” è un sistema politico che implica il ruolo primario di una famiglia reale, che occupa i posti chiave e guida particolarmente la politica interna ed estera.

Riassumendo, i posti chiave del sistema, nel “Regno” sono assegnati per SELEZIONE, mentre nella “Repubblica” per ELEZIONE.
Dopo aver chiarito questi dettagli, sembrerebbe improbabile poter confrontare la “Repubblica Islamica dell’Iran” con il “Regno di Arabia Saudita”, ma stupisce invece analizzare la situazione dei sunniti iraniani e confrontarla con quella degli sciiti sauditi.



DISTRIBUZIONE DEL LAVORO IN IRAN ED ARABIA SAUDITA
Deve essere tenuto presente che nel Regno dell’Arabia Saudita, solo le alte cariche ed importanti appuntamenti sono sotto il diretto controllo della famiglia reale, mentre per l’assegnazione di altri incarichi, l’unico requisito richiesto è la nazionalità, non l’appartenenza etnica o setta religiosa.

Gli sciiti sauditi, nel loro paese, hanno lavorato fianco a fianco con i loro compagni sunniti.
Possono ottenere impieghi nelle forze armate e servizi di sicurezza, senza nessun ostacolo, anche in tempi recenti, ad esempio il capo della polizia di Medina è stato un saudita sciita.
L’ambasciatore saudita nella capitale iraniana Teheran, ed il console saudita a Mashad, erano sciiti sauditi. Inoltre ci sono cinque sciiti membri del “Consiglio Consultivo” (Majlis Al-Shura) dell’Arabia Saudita, tra 150 membri.

Diversamente, in Iran i cittadini, al momento di una domanda di lavoro, sono interrogati in ogni fase, sulla loro scuola di pensiero o setta religiosa di appartenenza.

Uffici importanti sono vietati ai sunniti, ma i governanti iraniani hanno trascurato di assegnare ai cittadini sunniti anche ruoli di basso livello, mentre ufficialmente sostengono che il sistema si fondi sulla “Repubblica e Democrazia”.
La comunità sunnita in Iran è, per numero, largamente la seconda del paese.
La comunità sunnita ha svolto un’importante ruolo nella vittoria della rivoluzione contro il regime dello Shah. Dopo la vittoria, i sunniti sono stati favorevoli al nuovo regime, e la calda accoglienza ai funzionari statali in aree a maggioranza sunnita, è stata una prova di questo attivo supporto.
Nonostante tutto questo, dall’epoca della vittoria della rivoluzione, nessun sunnita è stato mai nominato ministro, vice ministro, ambasciatore o membro di qualsiasi ambasciata iraniana, governatore o vice di una provincia, anche di quelle con il 90% di popolazione sunnita.
Nella forze armate, i sunniti sono presenti solo come soldati semplici o impiegati, nulla di più.
Prendiamo ad esempio la provincia a maggioranza sunnita del Sistan Baluchistan, in cui i sunniti amministrano il 5% degli uffici, sono sunniti 13 dei 170 membri del “Consiglio Provinciale”, così come non c’è nessun membro sunnita nel “Consiglio Superiore” (Shura Negahban) ed altri dipartimenti supremi.
“Sei sunnita o sciita?” questa domanda viene continuamente posta ai cittadini oppressi, nella maggior parte dei dipartimenti statali ed anche ai pazienti in alcuni ospedali.

Interferenza nelle questioni religiose.

Riguardo la distribuzione del lavoro, in Iran i cittadini sunniti sono stati colpiti da un trattamento discriminatorio.
Il divieto di diritti costituzionali, religiosi e civili; l’interferenza nelle questioni educative e religiose; il divieto di costruzione di una moschea per più di un milione di cittadini sunniti di Teheran; la proibizione di celebrare le preghiere comunitarie del Jumu’a e le feste di Eid nelle grandi città, come in molte altre di eseguire in congregazione le cinque preghiere prescritte nel loro tempo, sono alcuni esempi di ciò che ha reso ansiosa la comunità sunnita iraniana.

D’altra parte, i cittadini sciiti dell’Arabia Saudita hanno una grande moschea nella capitale Riad, nella quale celebrano regolarmente la preghiera del Jumu’a.
In tutte le aree e città in cui vivono, hanno luoghi di culto separati.
Gli sciiti sauditi hanno una “husainiya” (Imam Bargah) a Medina, inaugurata a suo tempo dall’ex presidente iraniano Akbar Hashemi Rafsanjani. (1)
Inoltre, a differenza dei sunniti iraniani, che in maggioranza vivono in regioni di confine e sono economicamente vulnerabili, gli sciiti sauditi hanno forti comunità e grandi società commerciali, verso le quali non vengono fatte politiche governative discriminatorie.

Se qualcuno volesse documentarsi e ponderare senza pregiudizio, concluderà che gli sciiti nel Regno dell’Arabia Saudita, vivono in condizioni decisamente migliori dei sunniti nella Repubblica Islamica dell’Iran.
Sarebbe più opportuni, per quegli elementi filo regime iraniano, confrontare le condizioni dei sunniti in Iran con quelle delle minoranze sciite negli stati democratici/repubblicani, se sono ansiosi di confronti.
Di conseguenza pare logico guardare alla condizione della minoranza sciita nei vicini Pakistan ed Afghanistan.

SCIITI IN AFGHANISTAN E PAKISTAN
Un breve sguardo dimostra come per il governo di questi paesi gli sciiti godano di assoluta libertà.

Sciiti sono stati, vice presidente alcuni governatori e ministri dell’Afghanistan, in Pakistan il presidente e molte importanti figure istituzionali del paese sono state degli sciiti, oltre che importanti membri di forze armate e servizi segreti.
Gli sciiti godono di completa libertà religiosa, vi sono molti loro luoghi di culto sia a Kabul che ad Islamabad, ed ovunque essi vivano, da piccole a grandi città.

In conclusione, i governanti iraniani ed i loro difensori, dovrebbero provare a proporsi come un esempio per gli altri stati, nel trattamento delle minoranze etniche e religiose, invece di azzardare comparazioni. Dovrebbero dimostrare che la “Repubblica Islamica dell’Iran” crede realmente nella giustizia ed eguaglianza tra sette ed etnie diverse.

Sunnionline 

Nota (1):
Poco distante dalla tomba del Profeta Muhammad (S), gli sciiti hanno uno spazio esclusivo per le loro pratiche!!

Alcuni esempi:
Husseiniya
http://www.youtube.com/watch?v=MYwi3SEGqXY
http://www.youtube.com/watch?v=W_zvdte1QsQ&feature=related
Matam a Medina
http://www.youtube.com/watch?v=R22E0U11jf8&feature=related
Adhan sciita a Medina
http://www.youtube.com/watch?v=TIMgbaAeoGg&feature=related
In Riad
http://www.youtube.com/watch?v=YGl5ZgAMen0&NR=1

FONTE: http://en.sunnionline.us/

Traduzione a cura di “Studiamo la Shia”

Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/