"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



domenica 15 gennaio 2012

IL GRANDE AYATOLLAH E MARJIA JAWAD AL-TABRIZI SUL CORANO

Che la credenza nella falsificazione del Corano sia un fondamento della Shia Duodecimana, è un segreto di Pulcinella, salvo per coloro che preferiscono chiudere gli occhi sulla realtà (sovente i comuni credenti sciiti).

E quando gli sciiti si trovano di fronte a citazioni di loro autorevoli studiosi che esplicitamente affermano che il Corano è stato manomesso, adopereranno stratagemmi per cercare di dimostrare che simili tesi ci siano tra i musulmani sunniti, o come fece un giovane sciita in una discussione su un forum, affermano che “queste non sono le mie credenze!”.
In questo articolo citiamo le dichiarazioni del Grande Ayatollah Marjia Jawad Al-Tabrizi, (morto nel 2006) importante punto di riferimento contemporaneo per gli sciiti duodecimani.
Ha concluso la sua vita come insegnante di Usul e Fiq, nella hawza di Qom, in Iran.
Tra i suoi insegnanti ricordiamo il Grande Ayatollah Borujerdi ed il Grande Ayatollah Al-Khoi.
Nel suo sito ufficiale, nella sezione dedicata a domande e risposte, una in particolare che ha attirato la nostra attenzione, e specialmente la risposta dell’Ayatollah Al-Tabrizi, che ci sembra possa interessare tutti coloro che discutono della credenza imamita nella falsificazione del Corano.

Al-Tabrizi, viene interrogato su alcune questioni e sul significato del celebre hadith “Al-Taqalayn” (come riportato in ambiente sciita).
Riguardo a quest’ultimo, la domanda è la seguente:
“Il Profeta ha detto “lascio tra voi due cose pesanti. Il Libro di Allah e la mia Famiglia, la gente della mia casa. Se voi aggrapperete a loro non vi svierete mai, dopo di me”. Cos’é il peso maggiore, il Libro di Allah o la famiglia?”
Risposta dell’Ayatollah Al-Tabrizi:
“Nel nome di Dio...il significato del peso maggiore è il reale Corano, preservato dall’Ahl Al-Bayt e nei cuori di certi credenti. Gli imam hanno sacrificato loro stessi per proteggere il peso maggiore, ed il Corano non è queste stampe che girano tra le mani dei credenti, perché queste stampe raccontano solo del Corano che è preservato dalla sua gente (gli Ahl al-Bayt) “.

I libri attuali non conterrebbero il vero Corano, ma ne sarebbero pallide imitazioni.
Il vero Corano è quello conservato dal dodicesimo imam.

Quindi quando i religiosi sciiti, parlando ad un pubblico musulmano, rifiutano l’accusa di credere nella falsificazione del Corano ed affermano di credere fortemente nella sua preservazione, in realtà non intendono in Corano con la c minuscola che tutti possiamo vedere, ma in vero Corano, nascosto in una grotta con l’imam da un millennio.

Ora ci chiediamo quale sia, secondo loro, il significato della Rivelazione del Corano, il Messaggio Divino, la Guida, se poi è stato rimosso dall’umanità e reso disponibile solo all’imam nascosto! Mentre in realtà è l’umanità che avrebbe necessità del Messaggio Divino e della Guida, non “l’infallibile imam nascosto”, che nelle loro convinzioni è superiore a profeti e messaggeri, e possiede tutte le conoscenze.

Salvo che gli sciiti imamiti non considerino il ritiro del Corano una punizione divina, a causa del comportamento dei Compagni, che non avevano nessuna considerazione per lo scritto di Ali (Mushaf Ali).
Dal momento che la storiografia sciita riporta che, Ali (r) raccolse il Corano, giurando di non lasciare la sua casa fino a quando non ne avesse terminata la compilazione, mentre nello stesso tempo, Abu Bakr (r) nominava una commissione composta dai maggiori conoscitori del Corano, guidata da Zayd Ibn Thabit, sempre per raccoglierlo.
Così, sempre in queste storie sciite, quando Ali presentò il suo lavoro ad Abu Bakr, quest’ultimo lo scartò...ed Ali giurò che a causa del loro comportamento, loro non avrebbero mai più ricevuto la sua versione (il Mushaf Ali).
Allora bisognerebbe comprendere che a causa di questo comportamento dei Compagni, Ali decise di sottrarre il Corano all’umanità e privarla del vero Corano e Guida Divina, opponendosi nello stesso tempo ad Allah che ha rivelato il Suo Messaggio a tutta l’umanità.

Speriamo che lo studente dell’Ayatollah Al-Tabrizi, il celebre Ayatollah Kamal Al-Haydari, che nelle televisioni sciite “schiuma” per sfidare i musulmani, saprà trovare una buona scusa al suo maestro che, nella tomba, deve ora rispondere e giustificarsi di fronte agli Angeli che lo interrogano su credenze, azioni e parole, riguardanti quello che vi abbiamo presentato.


A cura di “Studiamo la Shia” da http://taqiya.net/
Sito dell’Ayatollah Marjia, At-Tabrizi con il testo originale, in arabo:
http://tabrizi.org/ar/2009/08/aghaed-1-3/


Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/