"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



sabato 25 settembre 2010

ALI (r), HASAN (r) ED HUSSAIN (r) HANNO MENTITO?

Parte seconda

2) Quando Hussain scrive una lettera agli abitanti di Kufa... “ La gente egoisticamente ci ha portato via il nostro diritto… Dio ha dato l’autorità alla famiglia del Profeta (S)”, cosa significa?

Sembra quì ovvio intendere l’imamato o al meno che Dio ci ha incaricato di seguirli.

Risposta:
Cortesemente, riporta il numero esatto di pagina con questa citazione di al-Tabari, in modo da poterti più facilmente rispondere.
Comunque, è un fatto ben noto che molti Bani Hashim credevano di aver maggiore diritto al califfato.
Dopo la morte del Profeta (S) molti gruppi hanno affermato di aver maggiore diritto al califfato.
Gli Ansar sono stati tra questi. Molti tra gli Ansar, come Saad ibn Ubaadah (r), hanno sostenuto che il loro diritto all’autorità gli fosse ststo sottratto dai Quraish; ma qualcuno pretende che Saad ibn Ubaadah (r) od il resto degli Ansar avessero preteso di essere imam infallibili divinamente decretati da Allah stesso? Certo che no!
Si, in principio Hussain (r) ebbe l’erronea opinione che il califfato dovesse rimanere nel clan del Profeta (S). Tuttavia in seguito ritrattò quell’opinione e prima di morire disse: “So che è un bene che la profezia ed il califfato non possano coesistere nella stessa famiglia” (Tareek al-Islam, vol.2, pag.26).
Abu Sufyan (r) fù una di quelle persone che sostennero che il califfato appartenesse ai Bani Hashim, ed era uno dei più “rumorosi” nel rivendicarlo, al punto da offrirsi di organizzare un esercito in nome dei Bani Hashim. Ma qualcuno ha la pretesa che Abu Sufyan (r) sia stato uno sciita imamita che credeva nell’imamato divino di Ali (r)? (In realtà gli sciiti non solo respingono l’idea che Abu Sufyan (r) fosse uno sciita, ma lo disprezzano!)
Così vediamo come molti tra i Bani Hashim si sentissero più in diritto al califfato posero la questione molte volte. Questo avvenne in gran parte a causa della rivalità tra i Bani Hashim e Bani Umayyah, ed entrambi affermavano di aver maggiori diritti al califfato.

Così vediamo che questa discussione non era religiosa, ma piuttosto di natura politica, in cui ogni gruppo sosteneva di essere il più adatto a divenire il governatore temporale dei Musulmani.
Va inoltre osservato che Hussain (r) è stato in lotta per i diritti dell’intero clan dei Bani Hashim, tra cui gli antenati degli Abbasidi. Si vedrà che gli Abbasidi, parimenti affermarono di essere i più adatti a governare grazie alla loro appartenenza al clan del Profeta (S).
Questo non significa affatto che essi avessero la pretesa di essere imam divini, e nessuno fra i loro rappresentanti venne conosciuto per tale pretesa.
Loro invece semplicemente rivendicavano il diritto al califfato e non la dottrina dell’imamato che gli sciiti attribuiscono ad Hussain (r), mentre egli riteneva di essere il più adatto a governare i Musulmani per il fatto di essere nipote del Profeta (S) e riteneva che Yazid gli avesse usurpato questo suo diritto.
Ma tutto questo ha a che fare con il califfato e niente a che fare con l’imamato.

Hai citato il seguente testo: “Dio ha dato l’autorità alla famiglia del Profeta (S)” , e questa è stata la pretesa di molti Bani Hashim, tra cui gli Abbasidi che si sono dichiarati sunniti e vengono disprezzati dagli sciiti imamiti!
In altre parole, la loro tesi era che poichè Allah aveva fatto sorgere un Profeta (S) dai Bani Hashi, aveva quindi dato a loro l’autorità sugli altri clan.
Allo stesso modo i Bani Umayyah sostennero che il Profeta (S) avesse scelto loro, sposandosi nel loro clan.
Questi argomenti sono basati sulla politica e sulla rivalità tra clan non su argomenti religiosi.

3) Inoltre, con l’hadith, giudicato sahih in Tirmidhi, che dice “Ali è con la Verità (haqq) e con il Corano, e la Verità ed il Corano sono con Ali, e non si separeranno fino a quando arriveranno da me al Kawthar”, non si rendono veritiere le rivendicazioni di Ali all’imamato?


Risposta:
Non vi è alcun dubbio nelle menti della Gente della Sunna che Ali (r) sia stato un uomo onesto ed onorevole.
Qui, hai indicato che fin da allora egli fù con la verità ed il Corano, ma può questo rendere valide le affermazioni sull’essere un imam infallibile? Eppure, questa domanda non ha fondamento perchè Ali (r) non ha mai affermato di essere nominato da Allah per le genti.
Si, Ali (r) ha contestato il califfato di Abu Bakr (r) ed Uthman (r), ma questa fù una questione politica, come Saad ibn Ubaadah (r) contestò il califfato di Abu Bakr (r) e come Zubair (r) contestò il califfato durante il consiglio per l’elezione dopo la morte di Omar (r).
Ali (r) mai dichiarò attribuendo a se stesso la dottrina sciita dell’imamato, che è una dottrina inventata senza fondamenti nel Corano.

Ti chiediamo fratello, di guardare nel Corano e vedere se è menzionata questa dottrina e potrai scoprire che non viene menzionata!
E’ una dottrina fantasiosa ed è profondamente errato attribuire queste idee ad Ali (r), che ne è estraneo.

4) Io non mi considero particolarmente ne sciita ne sunnita.

Risposta:
Fratello, non esiste una cosa chiamata Islam sciita, la Shia è distinta dall’Islam.
Ti esortiamo fortemente ad abbracciare l’Islam maggioritario invece di seguire strade deviate di sette e culti.

Possa Allah guidarci tutti alla Verità.
Fi Aman Allah, Gruppo Ahlel Bayt.


Tradotto da: http://www.ahlelbayt.com/articles/imamah/email

Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/

domenica 19 settembre 2010

ALI (r), HASAN (r) ED HUSSAIN (r) HANNO MENTITO?

Parte prima

Risposta alla seguente e-mail:


Assalamu Alaykom fratelli,
Io non mi considero particolarmente ne sciita ne sunnita. Sono un pò confuso ad essere onesto, ma avevo una domanda su cui speravo di ottenere il vostro parere. Ali, Hasan ed Hussain hanno mentito quando hanno chiesto per loro stessi l’imamato? Credo che ci sia un hadith in cui Hasan ed Hussain sono chiamati i capi della Jannah (Paradiso), e non vi è alcun dubbio che queste persone siano davvero alcuni tra i più amati dal Profeta (S) ed alcune tra le figure più eminenti dell’Islam.
Quando Hussain scrive una lettera agli abitanti di Kufa (riportata dal libro “Early Shi’i Thought” di al-Tabari) , (da notare che è il Tabari sciita, uno tra i molti omonimi dei ben più famosi sapienti e storici sunniti - n.d.t.).

“ La gente egoisticamente ci ha portato via il nostro diritto… Dio ha dato l’autorità alla famiglia del Profeta (S)”, cosa significa?
Sembra quì ovvio intendere l’imamato o al meno che Dio ci ha incaricato di seguirli.

Inoltre, con l’hadith, giudicato sahih in Tirmidhi, che dice “Ali è con la Verità (haqq) e con il Corano, e la Verità ed il Corano sono con Ali, e non si separeranno fino a quando arriveranno da me al Kawthar”, non si rendono veritiere le rivendicazioni di Ali all’imamato?

Questi i pensieri che mi hanno preoccupato, grazie molte, wa salaam, John.


Risposta della redazione di Ahlel Bayt:

Wa-Alaykum As-Salam, e grazie per averci scritto.
Prima di tutto, dobbiamo chiarire che nessuno che lavora per il nostro sito Ahlel Bayt è uno studioso Islamico qualificato. Detto questo, vogliamo Inscha-Allah rispondere alle tue domande che sembrano abbastanza semplici:

1) Ali, Hasan ed Hussain hanno mentito quando hanno rivendicato per loro stessi l’imamato?

Risposta:
Questi tre uomini (possa Allah essere soddisfatto di loro) non hanno rivendicato per loro stessi l’imamato, e questa è una bugia presentata dalla Shia.
In realtà, ciò vale anche per il resto della linea degli imam sciiti: tutti questi uomini erano pii Musulmani che non si sarebbero mai dichiarati infallibili.
Vi rimandiamo all’esempio di Gesù (a). I Cristiani potrebbero sfidarci domandandoci: Gesù (a) mentì quando affermò di essere il divino o il figlio di Dio? Noi risponderemo allo stesso modo in cui rispondiamo agli sciiti: egli non ha mai dichiarato una cosa del genere, e quindi il problema non si pone!
In realtà, nessuno degli undici imam sciiti (il dodicesimo non esisteva) si è mai pubblicamente dichiarato infallibile.
Erano conosciuti tra le loro comunità come sunniti e mai una volta hanno pronunciato una parola della dottrina imamita.
Al fine di sopperire a questa lacuna, gli sciiti hanno dovuto inventarsi la dottrina della taqiyya; questi sciiti imamiti hanno difeso il silenzio dei loro imam dichiarando che essi erano in uno stato di quiescenza politica dovuto al fatto che erano in uno stato di taqiyya! Che bella trovata!

Si, Ali (r), Hasan (r) ed Hussain (r) hanno cercato il califfato, ma altrettanto hanno fatto molti altri Musulmani.
Per esempio Saad ibn Ubadah (r) ha chiesto di divenire califfo, ma come mai nessuno ha mai preteso che pensasse di essere un imam infallibile?

A questo punto dobbiamo fare una netta distinzione tra imam (leader) ed imam infallibile; noi sunniti accettiamo il primo (imam come leader temporale o anche come guida spirituale) ma rifiutiamo il concetto di imam infallibile (cioè la dottrina sciita dell’imamato).
Il termine “imam” si traduce semplicemente come “leader”; io potrei essere l’imam della preghiera o anche l’imam del mio gruppo di lavoro. Tuttavia, questa non è una designazione ordinata divinamente come la profezia.
Estendendo questo argomento, un uomo che lavora al servizio postale potrebbe essere definito un messaggero (perchè recapita messaggi), ma questo non deve essere confuso con uno divinamente scelto come un Messaggero di Allah.

Quindi, si, Ali (r) ha cercato per sè il califfato, ma non ha mai affermato di essere decretato divinamente o un imam infallibile.
C’è una differenza enorme tra la pretesa di essere il Califfo dei Musulmani (come leader temporale) e la pretesa di essere stato nominato tale da Dio (vale a dire l’imamato).
E infatti, Ali (r) ed Hasan (r) sono diventati califfi della Umma, questo non lo neghiamo! Ed erano tutti e due Califfi Ben Guidati!

Il movimento sciita ha avuto inizio con Abdullah ibn Saba e di suoi seguaci “ghulaat” (estremisti). Ibn Saba usava scrivere lettere in nome di Ali (r) e distribuirle tra gli sciiti che vivevano in luoghi lontani. Tutto questo avvenne di nascosto senza che Ali (r) ne venisse a conoscenza; infatti, quando Ali (r) lo venne a sapere, fece bruciare molti sabaiiti! E questo fatto - che Ali (r) fece bruciare diversi estremisti - è attestato anche nei libri sciiti.
Durante tutta la linea degli undici imam, ci furono uomini che sostennero di essere wakil (agente, portavoce) di questi imam. Questi wakil (plur. wukala) si autonominavano porta voci degli imam.
Il primo dei wakil sciiti fu lo stesso Adullah ibn Saba che forgiò molte lettere in nome di Ali (r) e le diffuse attraverso varie province. E questa pratica continuò con ciascuno degli imam, con truffatori che pretendevano essere agenti incaricati dagli imam.
Questi wakil affermavano ai fedeli che gli imam sciiti erano agli arresti domiciliari e che veniva loro impedito di parlare direttamente con i seguaci sciiti, altrimenti sarebbero stati arrestati.
Questi wakil affermavano che gli imam erano sotto taqiyya e che i seguaci sciiti non dovevano – in sostanza – “svelare la loro copertura”. Ed è per questo le masse sciite non sono mai state in grado di comunicare direttamente con i loro imam, ma invece erano in contatto con i wakil .
Con questa scusa magistrale della taqiyya, i wakil iniziarono a raccogliere le tasse del khums, che gli sciiti credono siano dovute ai loro imam.
Questa è stata la ”fine del gioco” dei wakil (raccogliere il khums in nome degli imam ed accumularlo per se stessi).
Siccome tutte queste cose avvenivano di nascosto, gli imam erano inconsapevoli di quello che avveniva e del ruolo dei presunti wakil, ma quando sono venuti a saperlo ogni volta li hanno condannati.

Per avere un esempio, prediamo l’ipotesi di un artista truffatore che vuole fare qualche soldo. Questo partecipa ad una riunione di massoni e li convincerà che lui è il wakil di George Bush e che in realtà anche esso è un massone.
Il truffatore li convincerà che Gorge Bush è un massone, inviando loro delle e-mail che si suppone siano scritte dallo stesso G. Bush. Il truffatore chiederà poi delle donazioni per sostenere la campagna elettorale di G. Bush, ma in realtà tutta questa ricchezza la terrà per se, senza che George Bush ne sappia niente. Quando uno dei massoni dovesse domandare all’artista come mai Bush non viene di persona a raccogliere il denaro, l’artista risponderà che Bush è sotto taqiyya (cioè sta nascondendo la sua appartenenza alla massoneria).
Per coprire le sue tracce, l’artista farà giurare a tutte queste persone di mantenere il segreto ed agire esse stesse sotto taqiyya.

Lo stesso è ciò che è successo con questi wakil che hanno raccolto i soldi del khums per se stessi, sostenendo che fossero per gli imam. Ma quando gli imam vennero a sapere di questo tipo di frodi, presero provvedimenti punitivi verso questi truffatori.

Prendiamo l’esempio di Zurarah che era uno di questi sedicenti wakil degli imam.
Va notato che gli sciiti imamiti venerano Zurarah come una figura pia e molto religiosa e raccontano molte tradizioni su di lui. Se si dovesse domandare ad uno sciita chi è stato uno dei più devoti wakil, vi dirà: Zurarah. Fù uno dei padri fondatori dello sciismo; Zurarah affermò di essere il wakil dell’ imam Jafar as-Sadiq (r) e raccolse i soldi del khums in nome dell’imam Jafar as-Sadiq.
Ed invece, troviamo che l’imam Jafar as-Sadiq (r) pubblicamente ha denunciato e maledetto Zurarah!
Che situazione paradossale in cui si sono trovati i sciiti, in cui il loro wakil è stato condannato e maledetto dallo stesso uomo che sosteneva di rappresentare!
Ma niente paura, perchè gli sciiti hanno sempre avuto la rete delle sicurezza della taqiyya, a cui ricorrere, che diventa pretesto di assoluta convenienza!
Per spiegare le azioni dell’imam Jafar as-Sadiq (r), gli sciiti sostengono che l’imam Jafar (r) stava semplicemente agendo sotto taqiyya!
Questi sciiti hanno sostenuto che la condanna e maledizione in pubblico di Zurarah era solo un azione destinata a salvargli la vita.
Quale altra magistrale bugia potrebbe essere data a bere alle credulone masse sciite! Leggiamo da un loro libro che è anche riportato in al-islam.org:
“ Sembra che a causa della sua veemente attività per la causa di Jafar, Zurarah incontrò alcune difficoltà ed anche pericoli. Quindi, per risparmiargli delle sofferenze, (l’imam) Jafar ricorrendo al principio della taqiyya, apparentemente lo rinnegò e anche lo maledisse...(questo fù) al fine di salvare Zurarah...”
(fonte: “The Origins and Early Development of Shi’a Islam”, di Dr. S.H.M. Jafri, p.306)

Cosi vediamo che l’imam Jafar (r) ha denunciato ed anche maledetto Zurarah, e questo non fu solo il caso particolare di questo wakil ma anche di molti altri wakil.
Eppure, gli sciiti imamiti si mettono al riparo dagli insulti dei loro imam crescendo con l’idea magistrale che gli imam siano stati effettivamente sotto taqiyya!

Questo modo di agire ha limitato la capacità degli imam di fermare questi truffatori, perchè loro (i truffatori) potevano semplicemente fabbricare molti più hadith e lettere in nome degli imam infallibili sostenendo che ciò che gli imam avevano appena detto in pubblico era semplicemente stato fatto sotto taqiyya, per paura di essere arrestati dal governo sunnita.
Questi wakil hanno fabbricato lettere in nome degli imam dichiarando che gli imam si sono opposti ai governi sunniti.
Tale era il caso di Abdullah ibn Saba che fabbricava lettere a nome dell’imam Ali (r), sostenendo che Ali (r) era in opposizione al califfo Uthman bin Affan (r). E queste lettere fabbricate furono la ragione dell’assassino di Utman (r) perchè molte persone pensavano che questo era un ordine di Ali (r), anche se in realtà era una menzogna fabbricata dalle mani di Abdullah ibn Saba.
Allo stesso modo i wakil hanno fabbricato lettere in nome degli imam, in cui gli imam erano presumibilmente contrari ai califfi Omayyadi ed Abbasidi.
La cosiddetta persecuzione di Ahl al-Bayt fù in realtà un orribile esagerazione progettata dai wakil che sostennero molte cose fantasiose, come quella che gli imam furono incarcerati o addirittura avvelenati dai governi sunniti.
Gli sciiti hanno orchestrato diverse ribellioni contro i califfi Abbasidi, tuttavia vediamo che sempre gli imam hanno preso le distanze e condannato i ribelli sciiti.
Leggiamo:
“La quiescenza politica di (imam) al-Sadiq non soddisfò un considerevole numero di suoi seguaci. Il loro movimento politico provocò scismi tra imamiti. L’istigatore di questo movimento politico venne chiamato Abu al-Khattab.... Ma (imam) al-Sadiq lo rinnegò e lo dinunciò....”
(fonte: “The Occultation of the Twelfth Imam” di Dr. Jassim Hussain, p.33 )

Abu al Kattab era un altro autonominato wakil che venne ripudiato e denunciato dell’imam del suo tempo.
Questi wakil, regolarmente fabbricavano documenti a nome degli imam, e quando gli imam lo scoprivano, essi sempre li condannarono. In effetti gli imam hanno anche detto a dei loro seguaci di lavorare nell’amministrazione sunnita Abbaside, e questa è una chiara prova del sunnismo degli imam.
Leggiamo:
“(Imam) al-Kazim ha consentito ad alcuni suoi seguaci di lavorare nell’amministrazione Abbaside, particolarmente negli uffici di al-wizaara (ministero) ed al-bareed (posta)”.
(Fonte: The Occultation of the Twelfth Imam, by Dr. Jassim Hussain, p.36)

Gli sciiti, ancora una volta, spiegano questo agire sostenendo che questi seguaci erano in taqiyya e lavoravano all’amministrazione Abbaside per spiarla.
Come sono superbe le scusanti degli sciiti per spiegare tutti i fatti apparentemente inspiegabili secondo la loro dottrina!
Infatti, facendo un ulteriore passo, nel libro si legge di come gli stessi imam siano stati nominati dagli Abbasidi governatori di interi distretti (in Khorasan, Waddah, ecc.).
Perché il califfi Abbasidi avrebbero fatto una cosa simile se fossero stati in opposizione agli imam?
Si tratta di un incoerenza simile a quando devono spiegare perché Ali (r) sposò la figlia di Omar ibn al-Khattab (r).

In realtà gli imam degli sciiti erano tutti sunniti, ed erano leader religiosi e spirituali molto rispettati nelle loro comunità. Un califfo Abbaside offrì anche ad un imam di divenire suo erede. Il califfo Ma’mun nominò ar-Ridha (r) come futuro califfo dei Musulmani! Ora, siamo tutto troppo divertiti da come gli sciiti spiegano questa cosa: essi sostengono che il califfo stava semplicemente cercando di infangare la reputazione dell’imam ar-Ridha (r).
Che spiegazione strana ed assurda: perché mai una persona assegna la più alta carica ad un uomo che odia?
Sicuramente questa è una sciocchezza! E non solo il califfo Ma’mun ha assegnato il califfato all’imam ar-Ridha ma ha anche sposato sua sorella!

La base di tutta questa ideologia sciita è la teoria del complotto, e la taqiyya degli imam. Ma questo si fa beffe della storia reale registrata, nella quale essi non hanno mai affermato di essere imam infallibili o parte della setta e culto noto come Imamiyya.


Tradotto da: http://www.ahlelbayt.com/articles/imamah/email
Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/

domenica 12 settembre 2010

HADITH AT-TAQALAYN, IL CORANO E LA SUNNA

I propagandisti sciti spesso sostengono che l’hadith sul Corano e la Sunna (ovvero “vi lascio con il libro di Allah e la mia Sunna…) sia debole o addirittura falsificato.

Questa è una palese menzogna; secondo le valutazioni degli studiosi di hadith, l’hadith sul Corano e la Sunna è sahih (sicuro, autentico).
E’ stupefacente come gli sciiti continuino nel tentativo di stabilire essi stessi la posizione sunnita. Come possono dire che l’hadith è considerato debole, quando invece è sempre stato considerato autentico da parte delle Genti della Sunna? Se gli sciiti lo ritengono autentico o meno, per noi è irrilevante, innanzitutto perché non possiedono una scienza degli hadith credibile.

La seguente è una sessione di domanda/risposta con shaikh Gibril Haddad, che tiene conto delle osservazioni sollevate dalla Shia.

Domanda:
Questo hadith sul Corano e la Sunna (vale a dire” vi lascio con il libro di Allah e la mia Sunna…) è debole.
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
Grossolana bugia…l’hadith in questione non è debole.


Domanda:
Ninowi ha detto: prego notate che alcune persone stanno utilizzando un presunto hadith (che vi lascio con il libro di Allah e la mia Sunna ). Notate che questo hadith è estremamente debole. Inoltre, molti autorevoli studiosi di hadith hanno dichiarato che è inventato.
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
Quale studioso di hadith ha dichiarato questo hadith come”estremamente debole”?
Quali studiosi hanno dichiarato che è “inventato”?
In un articolo intitolato “Il -famoso hadith- e le false compilazioni”, ho indicato oltre due dozzine di falsi dizionari. (“The ‘famous hadith’ and forgery compilations”  livingislam.org / (pdf-file) ).
Sicuramente se molti “autorevoli studiosi di hadith hanno dichiarato che è inventato” dovrebbe essere facile dire dove, in quale di quei libri, uno di questi apparentemente “autorevoli studiosi”può essere visto dichiarare una cosa simile.


Domanda:
L’hadith (vi lascio il libro di Allah e la mia Sunna..) è presente in UN SOLO libro (al-Mustadrak di al-Hakim) ed ha UN SOLO narratore.
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
L’hadith in questione afferma che il Profeta (S) disse:”Vi ho lasciato due cose alle quali se vi terrete saldamente non cadrete nell’errore: il libro di Allah e la mia Sunna”

Questo è stato narrato da Anas, ed è nei libri di:
- Abu al-Shaik al-Tabaqat in “Muhaddithin fi Asbahan” (4:67/549);
- narrato anche da Amr ibn Awf : Ibn Abd al-Barr in “al-Tamhid” (24:331);
- ed anche narrato da Ibn Abbas:
- Ibn Nasr al-Marwazi (202-294) in “al-Sunna” (pag.25-26/68)
- al-Hakim nel suo “Mustadrak” (1:93-1990 ed.1.171/318) che ha dichiarato che tutti i suoi narratori “concordano”, cioè nei due libri sahih
- al-Bayhaqi in “al-Sunan al-Kubra”(10:114/20108)
- “al-I’tiqad” (pag.228) di Malik nel suo “Muwatta” scrive: Ibn Abd al-Barr ha riportato la sua catena di trasmissione in “al-Tamhid” (24:331) e l’ha descritta come “molto famosa e conosciuta come relazione Profetica con il popolo della conoscenza” che può essere trattata come narrazione forte (mahfuz/preservata, ma’ruf/conosciuta, mashhur/famosa, proveniente dal Profeta, su di lui la pace e le benedizioni di Allah, è tale che le genti della conoscenza lo considerano talmente famoso che quasi non necessita di una catena di trasmissione).
- Ibn Hazm, che lo ha definito sahih in “al-Ihkam” (6:243-6:810), pur essendo troppo severo nei suoi criteri di valutazione, come dichiarato da shaik Ahmad al-Ghumari nelle note biografiche del suo studente Abdallah al-Talidi (Darr al-Ghamam al-Raqiq).


Altre versioni dicono:
“Ho lasciato tra voi due cose alle quali se vi terrete saldamente non sarete mai nell’errore: il libro di Allah e la mia Sunna. E questi non si separeranno mai fino a quando si presenteranno al ponte”(il ponte di Sirat da attraversare per accedere al Paradiso).


Narrato da Abu Hurayra e riportato da:
- Ibn al-Shahin in “Targhib fil-Dhikr” (2:406/528) come dichiarato da Ahmad al-Ghumari in “al-Mudawi” (3:482/3923)
- al-Hakim nel “Mustadrak” (1:93-1990 ed. 1:172/319)
- al-Bayhaqi in “al-Sunan al-Kubra” (10:114/20109)
- al-Daraqutni nel suo “Sunan” (4:245/149)
- Abu Bakr al-Shafi in “Ghaylanyyat” come affermato da al-Suyuti nel “Jami al-Saghir” (3923)
- al-Lalika’i in “Sharh Usul I’tiqad Ahl al Sunna” (1:80)
- al-Khatib in “al-Jami li-Akhlaq al-Rawi” (1983 ed. 1:111/1991 ed.2:165-166/89) e nel “al-Faqih wal-Mutafaqqih” (1:94)
- Ibn Abd al-Barr in “al-Tamhid” (24:331)
- Ibn Hazm in “ al-Ihkam” (6:243/6:810)
- al-Suyuti lo ha dichiarato hasan in “al-Jami al-Saghir” (3923)


Anche narrato come mursal da Urwa in:
- al-Suyuti in “Miftah al-Janna” (pag.29/35)


Anche narrato come mursal attraverso Ibn Ishaq da Abdallah ibn Abi Najih in:
- al-Tabari nel suo “Tarikh” (2:205-206)
- Ibn Hisham nella sua “Sira” (6:8-10)


Così ci sono catene di trasmissione da almeno quattro differenti compagni, corrispondenti a due versioni che hanno in comune le parole: “Vi ho lasciato due cose alle quali se vi terrete saldamente non cadrete nell’errore: il libro di Allah e la Sunna o la mia Sunna”.
Queste fonti effettivamente rivelano che l’hadith possiede un livello maggiore della semplice documentazione di catene di trasmissione.


Domanda:
L’hadith è narrato da al-Hakem nel suo “Mustadrak” attraverso Ibn Abi Uways, da suo padre, da Thawr, da Zayd attraverso Ikrima, attraverso Ibn Abbas; tuttavia Ibn Abi Uways e suo padre sono persone inaffidabili e fabbricatori.
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
Chi lo dice esattamente? Imam al-Bukhari riporta più di 200 hadith da Ibn Abi Uways. Oltre 170 di questi hadithdi Ibn Abi Uways sono narrati dal suo zio materno, l’imam Malik. Quanto a suo padre Abdallah Abu Uways, è uno dei narratori del “Sunan” ed anche Muslim lo usa nel suo “Sahih”.


Domanda:
Guarda “Tahteeb al-Kamal” 3/127 dell’imam Hafez Mizzy, e “Sharhh Sahee al-Bukhari” intro/391 dell’imam Hafez Ibn Hajr, anche l’imam Nasaaiy è stato tra gli studiosi che hanno denunciato questi due narratori descrivendoli come “deboli ed inaffidabili”, similmente ha fatto Abu Hatem Arrazy nel suo libro “Aljarhh wat ta’deel in Ilm al-Hadeeth”, ed altri che hanno menzionato la loro inaffidabilità sono Llakaiy, Assideeq, Ibn Mueen, Ibn Habban ecc…
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
Nessuno di quelli menzionati precedentemente ha definito questi narratori “gente inaffidabile e fabbricatori”.
Al contrario, Ibn Hajar, Abu Hatim e Ibn Ma’in, tutti li definivano veritieri (saduq).


Domanda:
Anche l’imam al-Hakim, che menziona questo hadith nel suo libro, dopo avergli aggiunto un’altra debole catena di provenienza, subito lo definisce come debole, ammettendo la sua grossa debolezza.
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
In realtà, al-Hakim ha seguito un’altra strada di provenienza, da cui esso giunge attraverso un altro compagno, che rafforza l’hadith. In nessun luogo egli definisce l’hadith come debole.
Shaik Gibril Haddad, inoltre aggiunge:
Shaik Abu al-Fadl Ahmad al-Ghumari, nel suo libro “al-Munawi li-Llah al-Munawi” (3:483/3923), sostiene l’autenticità di questo hadith ed anche suo fratello shaik Abdallah Ibn al-Siddiq al-Ghumari (Allah li abbia tutti e due in misericordia) include questo hadith tra gli hadith forti, nella sua raccolta di hadith sahih ed hasan dall’imam al-Suyuti al-Jami al-Saghir intitolata “al-Kanz al-Thamin fi Ahadith al-Nabi al-Amin” Salla Allahu Alayhi wa Sallam, ed Allah è il più informato.


Domanda:
Noi sciiti invece seguiamo l’hadith in cui il Profeta (S) dice che ci ha lasciato il Corano e l’Ahl al-Bayt. Questo hadith che cita il Corano e l’Ahl al-Bayt come inseparabili è molto significativo ed è stato riportato da 35 compagni (!!!) ed è raccolto nei sahih della Gente della Sunna ed in molti libri dei loro studiosi. Esso è mutawattir!
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
Questo è assolutamente falso, l’hadith non è mutawattir né è narrato in nessun luogo come anche vicino a 10 compagni.


Domanda:
L’hadith sul Corano e la Sunna è debole e narrato da un solo compagno, mentre l’altro hadith è mutawattir e narrato da 35 compagni.
Risposta di shaikh Gibril Haddad:
L’hadith in questione (Corano e Sunna) non è debole…e la catena di trasmissione proviene da almeno quattro diversi compagni…l’altro hadith (Corano e Ahl al-Bayt) non è mutawattir, come ho già risposto.
Pertanto un numero simile di compagni hanno narrato entrambi gli hadith, con forse un solo paio in più riguardo quello del Corano e dell’Ahl al-Bayt.


Risposta (conclusiva) dalla redazione di ahlelbayt.com:
Prima di tutto, l’hadith sul Corano e l’Ahl al-Bayt non è mutawattir, né è considerato debole (dhaif) quello sul Corano e la Sunna.
Invece, i due hadith hanno un’importanza molto simile, sono ugualmente considerati e conservati dalla Gente della Sunna.
In secondo luogo, noi (sunniti) non abbiamo abbandonato l’hadith sul Corano e l’Ahl al-Bayt né lo abbiamo sostituito con l’altro hadith.
Invece, noi crediamo in tutti e due gli hadith; l’hadith riguardo il Corano e la Sunna rigiuarda ciò che venne detto dal Profeta (S) di fronte ad una grandissima folla nel Hajj durante il suo sermone di addio, mentre l’hadith sul Corano e l’Ahl al-Bayt è ciò che venne detto a Ghadir Khumm, di fronte a una minor quantità di persone, che stavano ritornando verso Medina dal Pellegrinaggio.
Questo secondo hadith era indirizzato alle genti di Medina, perché erano loro che avevano il compito e la responsabilità di rispettare ed aver cura della famiglia del Profeta (S), dopo la sua morte.



Tradotto da: http://www.ahlelbayt.com/articles/rebuttals/quran-and-sunnah

Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/