"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



domenica 20 ottobre 2013

GLI “IMAM INFALLIBILI” CREANO DIFFERENZE TRA I LORO SEGUACI


Lo studioso sciita Ja’far Al-Subhani, in Adwa Ala Aqa’id Al-Shi’ah Al-Imamiyyah pg. 388:
 “Siamo in grado di dimostrare la necessità dell’infallibilità dell’imam in modi diversi, da più importante di essi. In primo luogo: La imamah, essendo una continuazione della funzione profetica di conservatore e protettore del messaggio, e dal momento che l’imam colma tutte le lacune provocate dal passaggio del Profeta, ne risulta che egli ha necessariamente bisogno di essere infallibile. Perchè se egli dovesse peccare, allora sarebbe in conflitto con lo scopo della sua creazione, primariamente come guida della nazione islamica. L’obbiettivo è quello di guidare la nazione in un percorso corretto, e questo non può accadere se i suoi detti non sono attendibili e se non si può essere certi che egli dica la verità. Se gli fosse consentito commettere errori, dimenticanze e peccati, o di contraddirsi, ne conseguirebbe che le sue parole ed azioni non potrebbero essere credute, e la fiducia del popolo si indebolirebbe, e questo contraddirebbe la ragione della sua investitura...”

Premettendo questa, che è una tipica dichiarazione ufficiale ad uso di seguaci non iniziati o dei sunniti, impegnata a presentante una dottrina logica, chiara e coerente, approfondiamo ulteriormente l’argomento, tramite altre importanti dichiarazioni sciite:
 

Lo studioso sciita Yusuf al-Bahrani nel libro “Al-Duraral Najfiyyah fil-Multaqatat al-Yusufiyyah”, vol.2 pg.300, scrive: “Ciò che è famoso tra i nostri compagni, possa Allah essere soddisfatto di loro, è la taqiyyah nelle loro narrazioni, rispetto alle opinioni del ‘Ammah (i sunniti), ma ci sono delle ragioni per questo. Loro cercano di creare differenze tra gli sciiti, anche quando non ci fossero opinioni simili dalla Sunna. Tra queste narrazioni ciò che ha riportato Thiqat al-Islam (Al-Kulayni) in “Al-Kafi” nel Muwaththaq, da Zurarah, da Abu Ja’far che disse: “Lo interrogai su di una questione, poi venne un altro uomo che gli domandò su di essa e gli diede una risposta differente dalla mia, poi ne venne un terzo e cui diede una risposta totalmente diversa. Quando andarono via , chiesi: “O, figlio del Rasul Allah, sono venuti due sciiti dell’Iraq e ti hanno interrogato, e tu hai dato loro risposte contrastanti”. Lui rispose: “O, Zurarah, questa è una bontà per noi e per voi. Se vi uniste su di una questione, allora la gente crederebbe (nelle narrazioni provenienti) da noi, e sarebbe rendere il nostro e vostro soggiorno breve”.
Poi spiega ancora... “Forse il segreto di ciò, è che se gli sciiti dovessero differire tra loro ed ognuno narrare dal proprio imam ciò che contraddice un’altro, il loro madhab risulterebbe sciocco agli occhi degli Ammah (la Sunna), che li accuserebbero di mentire fabbricando narrazioni e di ignoranza nella religione, diventando così poco importanti ai loro occhi.

Al contrario, se essi fossero concordi su una questione, sarebbero creduti e l’odio per loro, i loro imam e madhab, aumenterebbe, diventando motivo di inimicizia.”
Al-Bahrani, continua...
“Questo è ciò che Al-Shaykh ha narrato in Al-Tahdheeb, nel Sahih ‘Ala A-Dharir, da Salim Bin Abu Abdillah, che disse: “Un uomo gli chiese, mentre ero presente: “A volte vengo in moschea ed alcuni dei nostri compagni stanno pregando l’Asr, mentre altri pregano il Dhor”. Lui rispose: “Ho ordinato loro di fare questo, se pregano in una sola volta saranno riconosciuti e le loro teste mozzate”.

E ciò che Al-Shaikh ha narrato in  Al-Iddah, mursal dalla narrazione di Al-Sadiq, a cui venne chiesto della differenza in timore tra i nostri compagni. Egli rispose: “Ho creato io questa differenza tra loro”.
 E quello che ha narrato in Al-Ihtijaj, con il suo sanad, da Hurayz, da Abu Abdillah, al quale disse: “Nulla mi incuriosisce più che le differenze tra i nostri compagni”. Così lui rispose: “Questo è stato causato da me”.


Anche quello narrato nel libro Ma’ani Al-Akhbar da Al-Khazzaz, da Abu Al-Hasan che gli disse: “La differenza tra i miei compagni è una misericordia per voi”, e: “Se -quello- dovesse accadere, riunirò tutti voi su una materia”.
E ciò che è narrato in Al-Kafi, con il suosanad, da Musa Bin Ashiyam: “Ero con Abu Abdillah quando un uomo gli domandò su un versetto del Libro di Allah e lui rispose, poi venne un’altro e domandò circa lo stesso versetto, ma lui diede una risposta differente, in modo da causarmi molti dubbi (...fino a quando...), mentre ero seduto venne un’altro e cui diede una risposta ancora diversa dalla mia e dei miei compagni. Così mi tranquillizzai capendo che la sua era taqiyyah”.

Infine dice..
“Magari con l’aiuto di queste, si può cercare di capire le corrette narrazioni dalla taqiyyah, confrontandole con il Libro di Allah, e questo è il più forte mezzo di ricompensa, attraverso le prove”.
Il lettore può già capire come questo sia diventato un grosso problema, ancora maggiore quando studiosi come Al-Mufid, dichiarano: “L’infallibilità data da Allah al Suo Hujja (imam) è il successo, la garanzia della protezione dai peccati e dal commettere errori nella Religione di Allah l’Altissimo”. (Tashih l’Tiqadat Al-Imamiyyah, pg.128-130)
 Ci domandiamo, c’è un errore maggiore del giocare con l’interpretazione del Corano, come ha fatto “l’infallibile” nelle narrazioni qui sopra?


Lo studioso sciita Muhammad Rida Al-Muzaffar, in Aqa’id Al-Imamiyyah pg.65, nel discutere le qualità che l’Imam della Ummah deve avere, dice: “Egli ha anche necessità di essere protetto da dimenticanze ed errori, perchè gli imam sono i conservatori delle leggi religiose, e coloro che sovraintendono ad esse. La loro condizione in questo senso è la medesima del Profeta”.

 E quando mai il Profeta (S) ha creato differenze e manipolato orgogliosamente sentenze a favore degli oppressori?

 Che fiducia avere e quale verità trovare se l’imam è impegnato a diffondere menzogne ed inganni, anche tra i propri seguaci?


Autore: Hani

Tradotto da:




Articolo pubblicabile riportando la fonte: http://studiamolashia.blogspot.com/