"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



domenica 28 ottobre 2012

IMAM INFALLIBILE / IMAM FALLIBILE


Dalle fonti sciite più “moderate”, indirizzate principalmente alla dawa verso nuovi adepti e gli Ahl As-Sunna, apprendiamo che:

L’infallibilità degli Imam è un fondamento religioso, una delle basi su cui si regge la Shia nell’ Islam. L’Imam deve possedere le più alte virtù ed essere il più eminente tra gli uomini. Ancora più importante, l’Imam deve possedere la dote dell’infallibilità, nella scienza e nelle opere, vale a dire che non deve incorrere in alcun errore, né compiere alcun peccato. Tra le caratteristiche degli Imam, abbiamo la conoscenza di fatti che le persone normali non sanno, l’intercessione nel giorno del giudizio, l’essere custodi delle conoscenze del Profeta (S), testimoni delle azioni degli sciiti, miracoli, ecc. Egli deve essere immune dall'errore e dal peccato. Se cosí non fosse, il messaggio religioso arriverebbe incompleto e la guida divina perderebbe la sua efficacia.

Riportiamo alcuni hadith, a titolo di esempio, dalla loro più autorevole raccolta:

Abu Abdillah disse: “Se ero presente tra Musa ed Al-Khidr, gli avrei detto che ero più sapiente di loro, e li avrei informati di ciò che non conoscevano. Perche a Musa ed Al-Khidr è stata concessa la conoscenza di quello che è avvenuto in passato ma non è stata data conoscenza del futuro e di quello che succederà fino al Giorno del Giudizio, e noi abbiamo ereditato questa qualità dal Messaggero di Allah”.

(Al-Kafi, 1/204, Kitab Al-Hujja)

Abu Abdillah disse: “Io conosco ciò che c’è nei cieli e nella terra, e conosco cosa c’è nel Paradiso e nell’Inferno, e conosco cosa è successo e cosa succederà”.
(Al-Kafi, 1/204, Kitab Al-Hujja)

Abu Abdillah disse: “Qualunque Imam che non conosce ciò che gli accade e cosa sarà di lui, non è una prova (Hujja ) di Allah sulla Sua Creazione”.
(Al-Kafi, 1/202, Kitab Al-Hujja)

Sempre autorevoli hadith, dalla stessa fonte:

Abu Abdillah disse: “Mi stupisco delle persone che sostengono che io conosca l’invisibile, e l’unico che lo conosce è Allah l’Onnipotente. Io stavo per punire la mia serva, ma lei è fuggita, così non ho potuto sapere in quale camera della casa si fosse nascosta”.

(Al-Kafi, 1/200, Bab Nadir Fi Dikr Al-Ghaib)

Un imam “infallibile” respinge l’Ijtihad di una altro imam “infallibile” e gli ordina di abbandonarlo:
Ali Bin Ibrahim da suo padre, da Ibn Abi Umair, da Hafs Bin Al-Bukhturi ed altri, da Abu Abdillah (Sesto Imam): Quando ero giovane ho ecceduto negli atti di culto, così mio padre (Imam Al-Baqir) mi ha detto: “Figlio, non fare ciò, se Allah ama uno schiavo, Egli sarà soddisfatto di quel poco che offre”.
(Al-Kafi, 2/87)

-Al-Majlisi: "Hasan come Sahih" Mir'at-ul-`Uqool 8/110.
-Al-Behbudi: Sahih Al-Kafi 1/77.
-Al-Najafi al-Mawsou’ah: "La narrazione è autentica " 1/390.

 L’imam “infallibile” non sapeva di avere una moglie Kharijita:
Ahmad bin Muhammad narra da Ibn Fazzal, da Ibn Bukayr, da Zurarah, dall’ Imam Abu Jafar Al-Baqir che disse:
Una persona venne da Ali Bin Hussain (Imam Zayn Al-Abidin) e disse: “Un uomo venne da Ali Ibn Al-Hussain e gli disse: “Tua moglie, che appartiene alla tribù Shaybani, è una Kharijita che insulta Ali e se tu lo desideri puoi sentire questa cosa proprio da lei. Te la faccio sentire? Lui rispose: “Si”. L’uomo allora disse: “Domani, quando esci di casa al tuo solito orario, torna indietro subito e nasconditi in un angolo vicino.” Egli racconta ancora: “Il giorno seguente. egli si nascose in un angolo vicino alla casa; poi venne l’uomo che parlò con sua moglie. Allora l’Imam potette verificare l’informazione, e successivamente divorziò dalla donna nonostante gli piacesse.”
(Al-Kafi,vol.5, pg.351, hadith # 14)
Al-Majlisi dice: Hadith Mawtuq (Affidabile) – Mirat Al Uqul, vol 20 pg 54
(Vedi anche nostro articolo: LE MOGLI DEI PROFETI NOE’ E LOT)

Concludiamo l'esposizione con due citazioni dal Sacro Corano, delle molte possibili:

“T'interpellano a proposito dell'Ora: “Quando giungerà?”. Che [scienza] ne hai per informarli? Al tuo Signore il termine. Tu non sei che un ammonitore per coloro che la paventano. “

(Sacro Corano, 79- 42/45)

Di': “Non dispongo, da parte mia, né di ciò che mi giova, né di ciò che mi nuoce, eccetto ciò che Allah vuole. Se conoscessi l'invisibile possederei beni in abbondanza e nessun male mi toccherebbe. Non sono altro che un nunzio e un ammonitore per le genti che credono”.
(Sacro Corano, 7- 188)



Fonti: http://islamistruth.wordpress.com/ , www.ansarsunna.com
Articolo pubblicabile riportando la fonte: http://studiamolashia.blogspot.com/

domenica 14 ottobre 2012

LA QUESTIONE DEL CALIFFATO

SUNNITI E SCIITI A CONFRONTO. LA TESI DI MUHAMMAD BAQIR SADR.
(Parte prima)

  I sunniti credono nella validità dell’elezione nella quale venne scelto Abu Bakr, uno dei più eminenti compagni del Profeta (S), per essere il Califfo dei musulmani.
Gli sciiti non accettano il risultato di questa elezione e credono che Ali, cugino del Profeta (S) ed uno dei leader dei musulmani, sia divenuto Califfo.
Le pagine che seguono si occuperanno di questo tema.




TESI DI BAQIR SADR

Un giorno mi sono imbattuto in una traduzione in persiano di un celebre studioso sciita iracheno, l’imam Muhammad Baqir Sadr: “Tashayou Ya Islam Rateen” (Lo Sciismo o il Vero Islam).
Si tratta di un breve opuscolo pubblicato da Chopkhane Haydary- Iran, che apparentemente tratta un caso molto convincente per lo sciismo. Per evitare confusione, decisi di studiare attentamente ogni capitolo e confrontare le evidenze presentate da Bakir Sadr con un fratello sunnita.
L’imam Sadr, inizia il libro, spiegando che essere una minoranza, come gli sciiti, non significa essere nel torto. Egli inoltre sottolinea che tra le masse vi è molta confusione sull’origine della setta sciita. Dice che per trovare l’origine degli sciiti, si deve considerare la totalità del messaggio dell’Islam ed il fatto che il Profeta (S) aveva portato un cambiamento totale nella società.
Considerando che il Profeta (S) era ben consapevole della venuta della sua morte, deve aver pensato al futuro dell’Islam, ed egli ci avrebbe lasciato con tre possibilità:

1) adottare un approccio negativo e considerare la sua missione importante solo nell’arco della sua vita, quindi lasciare la questione della successione al volgere degli eventi;


2) adottare un approccio positivo e lasciare la questione della leadership alla decisione del consiglio degli emigrati (Muhajirin) ed ausiliari (Ansar);

3) adottare un approccio logico e razionale e sotto la guida Divina (letteralmente “l’ordine di Allah”), scegliere una persona capace, seguirla e respirare in lui il vero spirito dell’Islam.

Queste tre possibilità occupano i primi tre capitoli del libro.
Ho studiato attentamente il primo capitolo, ed un breve resoconto degli argomenti trattati è che:

il Profeta (S) non avrebbe certamente avuto un approccio negativo, lasciando il futuro dell’Islam al volgersi degli eventi. Questa negligenza non poteva non aver effetto sul futuro dell’Islam, sarebbero stati i suoi compagni perfettamente in grado di portarne avanti il messaggio senza alterarlo o deviare da esso?
Ovviamente, questo non è logico, dato che l’Islam era stato appena istituito ed affrontava molte minacce. In tali circostanze, la perdita del suo leader avrebbe significato un grande vuoto che avrebbe condotto a decisioni affrettate, al fine di colmare quel vuoto. Sadr sottolinea il fatto che dopo la morte del Profeta (S), uno dei suoi più famosi compagni gridava per strade e piazze che il Profeta (S) non era morto e non morirà in eterno. I musulmani erano ancora divisi, c’erano Muhajirin ed Ansar, Meccani e Medinesi, Quraish ed altri. Sarebbe stata una buona occasione, per gli ipocriti ed i nemici dell’Islam, per realizzare un attacco alla Religione. Era ovvio che il Profeta (S), fosse ben consapevole delle condizioni prevalenti di allora. Lui non avrebbe scelto di lasciare la nazione musulmana senza una guida. Giudicate voi, Sadr proclama: Abu Bakr ritenne suo dovere interferire nella scelta del futuro leader dei musulmani (dopo di lui) e quando Omar venne accoltellato, il popolo gli chiese di nominare un successore, ed era un periodo in cui il governo islamico era forte e centralizzato (1). Si osserva inoltre che Omar aveva considerato la scelta di Abu Bakr a Saqifah, una decisione molto affrettata, e che Allah aveva salvato i musulmani da cattive conseguenze (2).
Così un uomo di intuizione e saggezza come il Profeta (S), si sarebbe almeno reso conto dei problemi che i musulmani avrebbero incontrato, se li avesse lasciati senza nominare un successore, conclude Sadr.
Un altro motivo del Profeta (S) per adottare questo approccio negativo sarebbe stato l’interesse per la sua missione limitato alla sua vita, senza considerare il futuro. Certamente questa ipotesi è impensabile per qualsiasi leader, figuriamoci del Profeta (S) incaricato da Allah!

Queste sono le argomentazioni principali presentate nel primo capitolo, ed in quel momento le ho trovate molto convincenti.
Dopo aver compreso l’argomento, ho discusso il primo capitolo con Jamaal Zarabozo, che al tempo frequentava l’Università della California a Davis. Era un musulmano americano, convertitosi all’Islam, che Allah aveva benedetto con grandi qualità di conoscenza, e che ora è un noto autore e studioso. Considerando che egli stesso aveva dovuto studiare e scegliere tra sciiti e sunniti, dopo aver abbracciato l’Islam, era qualificato per aiutarmi in materia. La notte prima di riunirmi con lui, pregai Dio che mi guidasse verso la verità.
Gli posi la questione: “Come è possibile che Abu Bakr ed Omar abbiano nominato dei successori, mentre il Profeta (S) ha tralasciato una questione così importante, su cui poggiava il futuro dell’Islam?” Egli mi rispose: “Ma il caso del Profeta (S) è differente da quello di Abu Bakr ed Omar. La parola del Profeta (S) sarebbe stata vincolante per la gente, ma non così per quella di Abu Bakr”.
Ascoltando ciò, mi sentii come se all’improvviso tutto fosse divenuto chiaro.

Queste poche parole, apparentemente poco significative, misero insieme tutti i pezzi.
Discussi questo punto, ma ormai il mio cuore aveva sentito la verità. Tuttavia non ci volevo ancora credere, “Hai assolutamente ragione ma non mi sono convinto troppo facilmente?”, chiesi. Lui mi rispose che vi sono persone che dopo aver semplicemente visto il Profeta (S) sono diventate musulmane, pertanto non dovevo essere sorpreso nel raggiungere la verità così in fretta.

INVALIDITA’ DELLA TESI DI BAQIR SADR
Il lettore potrebbe domandarsi su come queste poche parole mi avessero aiutato a giungere alla verità. Come ho già detto in precedenza, la radice della discordia tra sunniti e sciiti, risale al problema della successione al Profeta (S). Le sette conosciute come Shia, considerano il cugino del Profeta (S), Ali come il primo Califfo. Ali venne designato divinamente al califfato, o no? Nonostante tutte queste differenze, concordano su un punto: la sincerità e devozione di Ali ad Allah, e la sua disponibilità a sacrificare qualsiasi cosa per la Sua causa. Basti ricordare come, questo giovane uomo devoto, accettò l’Islam in tenera età ed abbia rischiato la vita dormendo nel letto del Profeta (S) la notte dell’Egira, quando i congiurati si preparavano ad assassinarlo. Egli era ben noto come combattente valoroso per la difesa dell’Islam, e si potrebbe andare avanti ancora molto nel descrivere le qualità e meriti di Ali. Così la sua obbedienza ad Allah ed al Suo Profeta, e la disponibilità ad agire per la causa dell’Islam, sono indiscutibili. Se il Profeta (S) gli avesse ordinato di saltare da una scogliera o in un pozzo profondo, egli lo avrebbe fatto senza esitazione. Consideriamo ora cosa sarebbe accaduto se il Profeta (S) avesse ordinato ad Ali di essere il capo della nazione musulmana, e che questo avrebbe soddisfatto Allah. La risposta di Ali, in queste circostanze, sarebbe stata molto chiara. Avrebbe fatto di tutto per diventare capo dei musulmani, in quanto era l’ordine del Profeta (S) e la volontà di Allah.

Secondo gli studiosi sciiti, dopo il “Pellegrinaggio d’addio”, in un luogo chiamato Ghadir Khum, (vedi anche nostro articolo “GHADIR KHUM” http://studiamolashia.blogspot.it/search/label/hadith ) il Profeta (S) prese la mano di Ali, la alzò alla sua destra e disse, alla gente riunita: “O gente, chi ha più autorità sui credenti che loro stessi?”. Loro dissero: “Allah ed il Suo messaggero ne sanno di più”. Il Profeta (S) disse: “Allah è il mio mawla e io sono il mawla dei credenti, ed io ho più autorità sui credenti di essi su loro stessi. Chi mi considera il suo mawla, allora Ali è il suo mawla”. Poi guardò verso il cielo ed invocò Allah dicendo: “O Allah, sta vicino a chi gli sta vicino, avversa colui che lo avversa, ama colui che lo ama, odia colui che lo odia”. Allora Omar Ibn Khattab disse ad Ali: “Ora sei il mio mawla ed il mawla di tutti i credenti”…

Così vediamo che secondo gli sciiti, non solo Ali, ma un gran numero di compagni erano ben consapevoli dell’imminente successione di Ali al Profeta (S).

Per amore di discussione possiamo supporre che un tale evento sia realmente accaduto, anche in circostanze diverse. Immaginiamo che durante i suoi 23 anni di missione il Profeta (S), un giorno abbia detto privatamente ad Ali che sarebbe stato il suo successore e supponiamo che gli abbia chiesto di mantenere il segreto, fino alla sua morte, per ragioni note solo ad Allah.

ALI HA VIOLATO IL COMANDO DEL PROFETA ?
Nei due casi, cioè la nomina pubblica o privata, avremmo trovato Ali a conoscenza di questo suo grande compito. Alla morte del Profeta (S), per Ali sarebbe giunto il momento adempiere al suo dovere e diventarne il successore. Avrebbe riconosciuto la sua responsabilità verso i musulmani, avrebbe dovuto sapere che era scelto da Allah per questo compito. Avrebbe dovuto sapere che nel Giorno del Giudizio gli sarebbe stato chiesto conto della sua condotta in materia. Avrebbe adempiuto ai suoi obblighi o semplicemente si sarebbe seduto ad aspettare il volgere degli eventi?


Così, le questioni poste dall’imam Sadr riguardo il Profeta (S), possono valere anche per Ali!
Il fatto che Ali era vivo e vegeto e perfettamente in grado di interferire negli eventi, pone un pesante fardello sulle sue spalle. Senza ulteriori discussioni, dovrebbe essere chiaro che Ali non avrebbe taciuto su questo argomento. Sarebbe andato dai musulmani, soprattutto da Abu Bakr, a dire: “O Abu Bakr, nella tal data, il Profeta, privatamente, mi ha scelto come suo successore. Allah mi è testimone, chiedo le tue dimissioni e domando a tutti pegno della vostra fedeltà”. E Naturalmente, se, come sostengono gli sciiti, la nomina era stata pubblica a Ghadir Khum, dove anche Omar si era schierato con lui, sarebbe stato facile per Ali dimostrare di essere il legittimo successore. Dobbiamo tuttavia tenere presente che non parliamo di rivali politici, ma piuttosto di uomini nobili che hanno sinceramente amato Allah ed il Suo Profeta, e che per ottenerne il compiacimento hanno sacrificato tutto. Pertanto anche se Ali non avesse avuto testimoni all’infuori di Allah, Abu Bakr sicuramente non avrebbe dubitato della sua parola, su una questione così importante.
Ora, dato che Abu Bakr ha continuato ad essere Califfo, e non ha dato pegno di fedeltà ad Ali, se le storie della nomina di Ali fossero vere, sarebbe una disobbedienza ad Allah ed al Suo Messaggero. Questo significa che al rifiuto di Abu Bakr di lasciare l’incarico, l’unico modo per Ali sarebbe stato prendere il califfato con la forza. In questo caso, Ali non avrebbe avuto motivo di timore dato che era il designato da Allah, e come tale avrebbe avuto il sostegno divino. In questo caso, egli non solo avrebbe spodestato Abu Bakr, ma avrebbe anche rafforzato l’Islam. Certamente non vi è nessun storico sciita o sunnita che sostiene sia mai accaduto niente di simile. In realtà, Ali è stato uno dei consiglieri più intimi di Abu Bakr, visto che era molto rispettato per la conoscenza e comprensione delle questioni giuridiche.
Questi argomenti sono stati portati all’attenzione degli studiosi sciiti, e la loro risposta è che al momento l’Islam era debole ed i musulmani divisi, ed un conflitto interno avrebbe portato a molto spargimento di sangue ed alla possibile fine dell’Islam. Pertanto, Ali ha taciuto.
Ma questi studiosi dimenticano che Allah è Colui che ha inviato l’Islam, ed è nostro dovere obbedire ai suoi comandamenti, ed il futuro è nelle Sue Mani. Per gli sciiti, il comandamento per Ali, era di diventare il successore del Profeta (S). Speculare sull’esito di questo comando, per Ali, sarebbe stato mettere il suo giudizio e saggezza al pari con Allah, l’Onnipotente, il Saggio. Cosa che certamente Ali non avrebbe mai fatto.


Tratto e tradotto da: http://www.shiaorsunni.com/index.html

Articolo pubblicabile riportando la fonte: http://studiamolashia.blogspot.com/