"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



domenica 29 gennaio 2012

ORIGINI EBRAICHE DELLA SHIA

Quando i giudei si sono convinti di non essere in grado di arrestare la rapida crescita e diffusione del Cristianesimo, mediante la forza, hanno pianificato di distruggerlo dall’interno.

Questa missione venne realizzata con successo dal rabbino Paolo.
Quando arrivò l’Islam, allo stesso modo, i giudei ancora una volta tentarono di spaccare questa nuova religione. I loro sforzi presero molte forme, dai tentativi di assassinare l’Apostolo di Allah, allo scatenare guerre che si conclusero con l’espulsione di molti di loro da Medina o l’esecuzione di quelli che violarono la tregua.
Allo stesso modo, si convinsero che il miglior modo per distruggere l’Islam e l’unità fra i musulmani era ricorrere alla trama che usarono per il Cristianesimo.
Un ebreo yemenita chiamato Abdullah Bin Saba, come fece Paolo, pretendeva di aver abbracciato l’Islam mentre piantava con successo i semi di un nuovo culto.
Giunse a Medina dallo Yemen durante il califfato di Uthman Bin Affan ed iniziò a pianificare la sua trama, aspettando l’opportunità che trovò proprio in Ali Bin Abu Talib.



RECENTEMENTE ALCUNI SCIITI INIZIANO A SOSTENERE CHE ABDULLAH BIN SABA SIA UN MITO, UNA PERSONA IMMAGINARIA, E’ VERO?
E’ naturale per loro vergognarsi di questo, ma la nostra domanda è, se è così perché hanno taciuto per 14 secoli, e non un loro studioso l’ha contestato in tutto questo periodo?
Inoltre, cosa dicono dei loro grandi studiosi che hanno confermato l’esistenza di questo ebreo, e cosa dicono degli “imam infallibili” che hanno pure loro confermato le sua esistenza?
Certo, se Abdullah Bin Saba fosse un mito, sarebbe un duro colpo alla credibilità dei loro “imam infallibili” ed alle fondamenta dello sciismo.
Tuttavia noi vogliamo provare il nostro punto di vista, non utilizzando fonti dell’Ahl Al-Sunna o neutrali fonti terze, ma saranno chiamati a testimoniare i loro storici e quelli che loro definiscono “rappresentanti di Allah sulla terra”, gli “infallibili imam”.

Abu Muhammad Al-Hasani Bin Musa Al-Nubakhti:
Su di lui, il ben noto studioso sciita Al-Najashi scrive: “Al-Hasan Bin Musa:Abu Muhammad Al-Nubakhti, l’esperto in dialettica che ha superato i coetanei del suo tempo, prima e dopo il 300 (Hijra)” (Al-Fihrist, pag.47; Ash-Shia Wa Sunnah, pag.22)
Un alto fondamentale studioso, At-Tusi, scrive: “Abu Muhammad, esperto in dialettica e filosofo, fu un imam, una colonna della fede, affidabile...e lui è uno degli studiosi che sono un punto di riferimento” (Al-Fihrist, pag.98)
Nurallah At-Tasturi ha scritto: “Al-Hasan Bin Musa, una delle celebrità di questa setta e dei suoi studiosi. Era un esperto in dialettica, un filosofo, un imam nella fede” (Majaalis Al-Mu’mineen, pag.177)
Avendo stabilito l’autorevolezza di questo storico direttamente da fonti sciite, leggiamo quello che Al-Nubakhti aveva da dire su Abdullah Bin Saba: “Abdullah Bin Saba era uno di quelli che hanno calunniato e rinnegato Abu Bakr, Omar, Uthman ed i Compagni, ed egli sosteneva che era stato Ali a dirgli queste cose. Ali lo fece arrestare, sotto interrogatorio ammise l’accusa, ed Ali ordinò che venisse giustiziato. Ma la gente gridava: “Oh, capo dei credenti! Fai giustiziare un uomo che invoca al tuo amore, all’Ahl Al-Bayt, alla vostra fedeltà ed al rinnegamento dei vostri nemici?”. Ali lo esiliò ad Al-Mada’in (Persia). Alcuni sapienti compagni dell’imam Ali hanno riportato che Abdullah Bin Saba era un ebreo che abbracciò l’Islam e si schierò con Ali. Che, quando era ebreo, era sostenitore dell’opinione che Yousha Bin Noon fosse il successore di Mosè e dopo la sua sottomissione all’Islam e la scomparsa del Profeta, egli sostenne la stessa cosa per Ali. Egli fu il primo che manifestò pubblicamente per l’imamato di Ali, rinnegando i suoi nemici e discutendo i suoi oppositori. Da questo, coloro che si oppongono alla Shia dicono che l’origine della Shia è radicata nel giudaismo. Quando Abdullah Bin Saba sentì parlare della morte di Ali, durante il suo esilio a Mada’in, disse a chi annunciava la notizia: “Tu sei un bugiardo, anche se portate la sua testa in settanta borse e portate settanta testimoni della sua morte, noi insisteremo che non è morto né è stato ucciso e non morirà fino a quando egli governerà il mondo.”  (Firaq Al-Shi’a, pag.43-44)

Abu Amr Bin Abdul Aziz Al-Kash-shi:
Un altro ben noto studioso che ha menzionato Abdullah Bin Saba, ed uno dei primi biografi sciiti. Nell’introduzione al suo libro leggiamo: “ Egli è degno di fiducia, un adepto, un esperto in tradizioni ed uomini, molto esperto, fondato nella fede, sulla retta via... I più importanti libri di biografie sono quattro, fortemente considerati i quattro pilastri fondamentali in questo campo. Il più importante e primo fra tutti è Ma’rifat Al-Naqileen Anil Aimmah As-Sadiqeen (Conoscere i trasmettitori sull’autorità degli imam veritieri), conosciuto come Rijaal Al-Kash-shi.”  (Rijaal Al-Kash-shi, introduzione)
Avendo stabilito l’autorità di questo studioso, esaminiamo cosa ha da dire su questo così detto “ebreo mitologico”, Abdullah Bin Saba: “Alcune persone che hanno la sconoscenza hanno detto che Abdullah Bin Saba era un ebreo, che ha abbracciato l’Islam e sostenuto Ali. Quando era ancora ebreo, era solito essere estremista nel chiamare a Yousha Bin Noon come successore di Mosè, e dopo aver abbracciato l’Islam- dopo la scomparsa del Messaggero di Allah- sostenne lo stesso per Ali. Egli fu il primo ad annunciare pubblicamente l’imamah obbligatoria per Ali, rifiutando e rinnegando i suoi nemici, discutendo i suoi avversari e chiamandoli miscredenti. Di conseguenza, coloro che si oppongono agli sciiti, spesso dicono: “Gli sciiti -rafidah- hanno le loro radici nel giudaismo”.  (Rijaal Al-Kash-shi, pag.101; Al-Mamaqaani, autore del Tanqeeh Al-Maqaal, un autorevole biografo sciita cita lo stesso a pag.184 del suo libro)
 
Ora, se queste autorità sciite hanno mentito circa l’identità di Abdullah Bin Saba, allora sarà maggiore la possibilità che possano mentire su altre questioni, come gli eventi di Siffin, l’assassinio di Hussain ed altri dogmi sciiti. Di conseguenza se questo è il caso, il dubbio offuscherà tutti gli eventi e narrazioni da loro riportati.
Ma supponendo che questi uomini siano bugiardi, l’errore si sia insinuato nei loro libri, e quindi la loro testimonianza non sia una prova (hujjah) vincolante per gli sciiti, vi invitiamo ad esaminate la testimonianza dei ma’soomen, quelli da loro considerati “infallibili” e visti come “rappresentanti di Allah”, le cui parole per gli sciiti sono equiparabili a quelle di Allah.

Gli “infallibili”:
Narrato da Muhammad Bin Qolawaih, da Sa’d Bin Abdullah, da Yaqoub Bin Yazeed e Muhammad Bin Issa, da Ali Bin Mahziyar, da Fadalah Bin Ayoub Al-Azdi, da Abbas Bin Othman che disse: “Ho sentito Abu Abdillah (Ja’far Bin Muhammad As-Sadiq) dire: “Possa Allah maledire Abdullah Bin Saba, ha rivendicato la qualità divina per Amir Al-Mu’mineen. Per Allah, Amir Al-Mu’mineen è stato volontariamente schiavo di Allah. Guai a chi mente su di noi , perché ci sono persone che dicono ciò che noi non diciamo su noi stessi, ci rifugiamo in Allah da loro, ci rifugiamo in Allah da loro.”

Narrato da Yaqoub Bin Yazeed, da Ibn Abi Omair ed Ahmad Bin Muhammad Bin Issa, da suo padre ed Al-Husain Bin Sa’eed, da Hisham Bin Salim, da Abu Hamza Al-Thumeli che ha detto: Imam Ali Bin Al-Husain (Zayd Al-Abideen) disse: “Possa la maledizione di Allah ricadere su coloro che dicono menzogne su di noi. Ho menzionato Abdullah Bin Saba ed ogni pelo del mio corpo si è rizzato, Allah lo maledica. Ali è stato per Allah un servo devoto di Allah, il fratello del Messaggero di Allah. Egli non ha guadagnato grazie ed onori da Allah eccetto che con l’obbedienza ad Allah ed al Suo Messaggero. Ed il Messaggero di allah non ha guadagnato onori da Allah eccetto che con la sua obbedienza ad Allah.”
Narrato da Muhammad Bin Khalid At-Tayalisi, da Ibn Abi Najran, da Abdullah Bin Sinaan che disse: Abu Abdillah (Ja’fa Bin Muhammad As-Sadiq) disse: “Noi siamo una famiglia di veridicità. Ma non siamo al sicuro da un bugiardo che mente su di noi, per minare la nostra verità davanti alla gente con le sue bugie. Il Messaggero di Allah è stato la più sincera delle persone in quello che ha detto, il più veritiero di tutta l’umanità e Musaylima ha mentito su di lui.
Il Comandante dei Credenti è stato il più veritiero tra la creazione di Allah, dopo il Messaggero di Allah, e chi ha mentito su di lui cercando di minare la sua veridicità, sostenendo bugie, è stato Abdullah Bin Saba”. (Ibid, pag.100-101)
Per ulteriori fonti, consultare la popolare collezione di hadith della Shia, Al-Kafi.

Noi continuiamo con la testimonianza di Hasan Bin Al-Hilli, un altro famoso biografo sciita, ed esaminiamo cosa ha da dire su Abdullah Bin Saba: “Abdullah Bin Saba ritornò alla miscredenza e dimostrò estremismo. Egli rivendicò l’investitura profetica, e che Ali era Allah (in carne ed ossa). Ali, per tre giorni consecutivi gli chiese di pentirsi, senza successo, allora lo fece bruciare vivo con settanta uomini che gli attribuivano qualità divine”. (Kitab Ar-Rijal, pag.469, Teheran, 1383 E.)
Continuando con ulteriori testimonianze, esaminiamo il biografo sciita Al-Astra Abadi, e la sua testimonianza: “Abdullah Bin Saba rivendicò la profezia e che Ali stesso era Allah il Sublime. Dopo aver sentito questa accusa, Amir Al-Mu’mineen lo chiamò e gli chiese conferma. Quando egli ammise, gli disse: “Rinnega quello che sostieni e pentiti, possa tua madre perderti!”. Tuttavia (Abdullah) rifiutò, ed Ali lo trattenne per tre giorni, ma egli continuò a rifiutare di pentirsi, dunque lo bruciò (vivo)”. (Menhaj Al-Maqal, pag 203)
Altri elementi di prova da uno storico persiano che conferma: “Quando Abdullah Bin Saba apprese che l’opposizione ad Uthman in Egitto era numerosa, andò lì, e pretese di avere la conoscenza e la rettitudine fino a quando la gente si fidò di lui. Dopo che si fu stabilito, cominciò a propagandare le sue idee e teorie, che per ogni profeta c’era un successore designato, e l’incaricato (wasi) dell’Apostolo di Allah e suo successore non era altro che Ali, benedetto con la conoscenza e le fatwa, ornato con la generosità ed il coraggio, e noto per la sua onestà e rettitudine.
Egli inoltre diceva: “La Ummah ha fatto torto ad Ali, usurpato il suo diritto, il diritto di khilafah (successione) e wilayah. E’ incombente su voi tutti aiutarlo e sostenerlo”. Egli immediatamente revocò la sua obbedienza ed alleanza ad Uthman e con il suo dire ed azioni conquistò molti egiziani, che si ribellarono contro Uthman”. (Tareekh Shi’i, vol.2, pag.292)

La testimonianza degli “imam infallibili” dell’Ahl Al-Bayt dovrebbe essere sufficiente a convincere i credenti sciiti ed a confutare gli sciocchi sforzi per convincere i musulmani che questo uomo meschino, Abdullah Bin Saba, sia un mito inventato, anche se migliaia di fonti dell’Ahl As-Sunna ed indipendenti delineano questo individuo miserabile per quello che è.
E ci sono centinai di altri libri che affermano e confermano che la Shia è nata con questo ebreo yemenita che pretendeva “amore per l’Ahl Al-Bayt” ed invocava per loro giustizia, come complotto per rompere l’unità della nazione Islamica, che aveva scacciato le tribù ebraiche dalla penisola araba. Non è sorprendente quindi che l’alleanza tra ebrei e magi (zoroarstriani) prosperò particolarmente in Persia nelle mani della dinastia savafide, come vendetta contro coloro che umiliarono i loro sogni di potenza (vedi Omar Ibn Al-Kattab) ed una civiltà che non molto tempo prima era una delle super potenze mondiali.

Fonte: “Il Contesto Storico della Shia” http://www.defending-islam.com/page4.html

Articolo pubblicabile riportando la fonte: http://studiamolashia.blogspot.com