"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



sabato 20 novembre 2010

ENCICLOPEDIA EBRAICA: ABDULLAH IBN SABA, FONDATORE DELLO SCIISMO

La “Jewish Encyclopedia” alla voce Abdullah ibn Saba, dice:

Un ebreo dello Yemen, Arabia, del settimo secolo, che si stabilì a Medina ed abbracciò l’Islam.
Dopo aver criticato negativamente l’amministrazione del Califfo Uthman, venne bandito dalla città. Da lì si recò in Egitto, dove fondò una setta anti Uthman, per promuovere gli interessi di Ali.
Lì grazie alla sua conoscenza ottenne una grande influenza e formulò la dottrina secondo la quale: dato che ogni profeta aveva un assistente che divenne suo successore, il vice di Muhammad era Ali, che quindi era stato tenuto lontano dal califfato con l’inganno; Uthman non aveva nessun diritto legittimo al califfato.
La diffusa insoddisfazione per il governo contribuì notevolmente alla diffusione degli insegnamenti di Abdullah. La tradizione racconta che quando Ali ebbe assunto il potere, Abdullah gli attribuì onori divini, rivolgendosi a lui con le parole: “Tu sei Tu!” ed allora Ali lo esiliò a Madain.
Dopo l’assassinio di Ali si dice che Abdullah abbia insegnato che Ali non era morto ma vivo, non era mai stato ucciso, che una parte di divinità era nascosta in lui e che dopo un certo tempo egli sarebbe ritornato per colmare la terra di giustizia.
Fino ad allora il carattere divino di Ali sarebbe rimasto nascosto negli imam che avrebbero temporaneamente preso il suo posto.

E’ facile vedere come l’intera idea si basi su quella del Messia, in combinazione con la leggenda del Profeta Elia.
L’attribuzione di onori divini ad Ali, fù probabilmente uno sviluppo successivo, e fù favorito dal fatto che nel Corano Allah è a volte chiamato “al-Ali” (L’Altissimo). 

Di Hartwig Hirschfeld


Bibliografia:
Shatrastani al-Milal, pp. 132 et seq. (in Haarbrücken's translation, i. 200-201);
Weil, Gesch. der Chalifen, i. 173-174, 209, 259.H. Hir.

Fonte: http://www.jewishencyclopedia.com/view.jsp?artid=189&letter=A

Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/