"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



sabato 4 dicembre 2010

LA SHIA HA UCCISO ALI, HUSSAIN ED IL NIPOTE DI HUSSAIN

Introduzione

Gli sciiti commemorano il giorno di Ashura con grande enfasi. Quello che è strano è che anche se spendono così tanta energia e passione nel prendere parte alle parate di persone che fanno matam (rituali di penitenza ed autoflagellazione), pochi sciiti spendono il loro tempo ad indagare quale sia l’origine di tali rituali.

Natale
Sembra che esista un filo conduttore tra gli esseri umani: essi seguiranno la via dei loro antenati, senza perdere nemmeno un minuto ad indagare e mettere in discussione queste credenze e pratiche.
Proprio come gli sciiti non impiegano tempo ed energie per studiare l’origine dei rituali di matam, allo stesso modo i cristiani celebrano il Natale senza domandarsi nulla sull’origine di questa festa religiosa.
Per i cristiani, il giorno più importante dell’anno è il Natale in cui si celebra presumibilmente la nascita di Gesù (su di lui la pace) ed in tutto il mondo milioni di fedeli lo celebrano, ma l’ironia è che il Natale ha chiare origini pagane, completamente antitetiche a Gesù il quale ha deplorato tali pratiche.
Gesù non è nato in inverno ed è quindi strano che se ne celebri il compleanno il 25 dicembre.
In realtà dicembre era il tempo in cui i pagani celebravano il solstizio d’inverno ed avevano diverse ricorrenze, tra cui i Saturnali, Yule e la festa del Sol Invictus.
Le popolazioni pagane europee non vollero rinunciare alle loro feste, quindi la Chiesa cristiana decise di adottare queste ricorrenze piuttosto che perdere questi potenziali convertiti.
I Saturnali che avevano luogo tra il 17 ed il 23 dicembre, divennero il periodo tra il Natale e l’Epifania, Yule che si celebrava il 25 dicembre divenne il Natale (ed ancora oggi in molte lingue si usa il termine Yule per indicare Natale), ed anche la festa del Sol Invictus si celebrava il 25 dicembre. Solo nel 250 dC, Papa Giulio I stabilì la data ufficiale in cui festeggiare la nascita di Gesù.
Il punto di fondo è che la Chiesa cristiana decise di adottare varie festività pagane che si celebravano intorno al solstizio d’inverno, festività che comprendevano gioco d’azzardo, orge ed ubriachezza.
Oggi i “buoni” cristiani celebrano il Natale, ma in passato altri cristiani lo ritenevano un ritorno al paganesimo e lo condannarono come eresia. Infatti Origene, ritenuto uno dei padri della Chiesa, condannò la celebrazione del Natale come una pratica pagana. Il Natale venne ufficialmente vietato nel 1647, poi reintrodotto. I puritani del New England lo misero fuorilegge dal 1659 al 1681.
Anche la pratica di decorare un albero per il Natale ha chiare origini pagane, ed il taglio degli alberi e la loro decorazione è proibito in quanto atto pagano dalla Bibbia (Geremia 10:2-4).
E’ stano come milioni di cristiani celebrino qualcosa nel nome di Gesù quando lo stesso Gesù ha chiaramente condannato ed osteggiato tali pratiche. Se questi cristiani avessero semplicemente riflettuto sulla storia, avrebbero scoperto che tutta la loro religione è in antitesi all’uomo che dicono di seguire.

I rituali sciiti di Ashura
La storia del Natale è simile a quella dell’Ashura per gli sciiti. In primo luogo essi non si rendono conto che gli stessi sciiti sono stati i responsabili della morte di Hussain (la soddisfazione di Allah su di lui), e che le celebrazioni di lutto ad Ashura sono state inventate proprio dai responsabili dell’omicidio di Hussain.
Ashura è probabilmente il giorno più importante per uno sciita, come il Natale lo è per un cristiano. e i credenti sciiti si soffermassero a riflettere sulle origini di questa loro “vacanza” si renderebbero conto della bassezza della loro religione che è interamente in antitesi a quanti loro dichiarano di voler seguire (gli Ahl al-Bayt).

La storia di Karbala
Durante il suo governo Ali (la soddisfazione di Allah su di lui) spostò la sede del califfato da Medina a Kufa, in Iraq.
Gli abitanti di Kufa erano partigiani convinti di Ali (Shi’at Ali).
L’ebreo Abdullah Ibn Saba trovò i kuffani molto ricettivi all’idea che Ali fosse stato nominato Califfo divinamente ed i seguaci di tali idee divennero i Sabaiti.
Quando Ali e la sua fazione incontrarono sul campo di battaglia Muhawiya e la sua fazione, quest’ultimo convinse Ali ad accettare una tregua ed un arbitrato che chiarisse chi avesse maggior diritto al califfato. Ali accettò l’arbitrato e questo fece infuriare i Sabaiti di Kufa, i quali sostenendo che fosse stato nominato Califfo da Allah, con la decisione di accettare l’arbitrato lo accusavano di disobbedienza al comando divino. Non potevano accettare nessun negoziato sul decreto di Allah.
Alcuni di questi sabaiti si ribellarono ad Ali e lo accusarono di apostasia.
Queste persone verranno conosciute come Kharigiti, e successivamente assassinarono il loro Ali, lo stesso che avevano tanto amato ed esaltato.
Riguardo i restanti sciiti kuffani che non divennero kharigiti, in futuro avrebbero dovuto unirsi alle forse dei sostenitori di Hasan (la soddisfazione di Allah su di lui), figlio di Ali. Tuttavia lo stesso Hasan non si fidò di questi sciiti che si erano dimostrati tanto sleali. Nel suo libro Al-Ihtijaj l’eminente autore sciita Abu Mansur al-Tabarsi, riporta il seguente commento di Hasan: “Per Allah, credo che Muhawiya sarebbe per me meglio di queste persone che affermano di essere i miei sciiti”. (Al-Ihtijaj vol.2, pag.290-291, Mu’assasat al-Alami, Beirut 1989)
Diffidando dei suoi sciiti, Hasan fece pace con Muhawiya e gli consegnò il califfato, con la promessa che alla sua morte il califfato sarebbe andato ad Hussain.
I sostenitori di Hussain protestarono per questo accordo, e la risposta di Hasan è riportata nella più autorevole raccolta di hadith sciita, Al-Kafi: “Per Allah, ho consegnato il potere a lui per nessun altro motivo se non il fatto che non riuscivo a trovare alcun sostenitore. Se avessi trovato sostenitori avrei lottato giorno e notte fino a quando Allah avrebbe deciso tra noi. Ma conosco la gente di Kufa. Ho esperienza di loro. I peggiori di loro non vanno bene per me. Non hanno lealtà, nè l’integrità in parole ed opere. Sono in disaccordo. Essi sostengono che i loro cuori sono con noi, ma le loro spade sono sguainate contro noi”. (Al-Kafi, vol.8, pag.288)

Dopo la riconciliazione tra Hasan e Muhawiya il centro della Shi’at Ali rimase a Kufa, e dopo la morte di Ali le file dei sabaiti e dei loro simpatizzanti tra gli sciiti, aumentarono.
Alla morte di Muhawiya, il figlio Yazid si proclamò Califfo, violando l’accordo con Hasan che assegnava il califfato ad Hussain. Questo fece arrabbiare gli sciiti di Kufa. Così nel mese di Ramadan 60 H. i kuffani inviarono lettere a Mecca per Hussain, che si trovava lì dopo essere fuggito da Medina. I kuffani assicurarono Hussain della loro incondizionata fedeltà e lealtà e del loro rifiuto di Yazid come Califfo. In certi giorni arrivarono ad inviare tramite messaggeri fino a 600 lettere di sostegno ad Hussain.
Hussain decise di inviare suo cugino Muslin Ibn Aqil (la soddisfazione di Allah su di lui) per investigare sulla situazione di Kufa.
Ibn Aqil arrivò nel mese di Dhul Qada e stette da Ibn Awsaja al-Asadi. I kuffani incontrarono Ibn Aqil e promisero l’appoggio e la fedeltà di 12000 Shi’at Ali. Promisero di combattere con tutto quello che possedevano e con la vita per proteggere Hussain e la sua famiglia. Quando il numero di coloro che si impegnarono a sostenere Hussain salì a 18000, Ibn Aqil si sentì abbastanza sicuro per inviare un messaggero che informasse l’imam della baya (giuramento di fedeltà) dei kuffani, che lo invitavano a lasciare Mecca ed a stabilirsi da loro.
Così Hussain e la sua famiglia si misero in cammino verso Kufa.
Quanto accadeva, ben presto giunse all’orecchio di Yazid, a Damasco.
Egli inviò Ubaidullah Ibn Ziyad con 17 uomini, per catturare ed uccidere Muslim Ibn Aqil.
Quando Ubaidullah arrivò a Kufa, Muslim Ibn Aqil fece appello agli sciiti per difenderlo, ma questi lo abbandonarono, impauriti dalle minacce di Ubaidullah. Ibn Aqil si nascose in casa di una vecchia ed il figlio di questa, uno Shi’at Ali, lo tradì facendolo catturare, nella speranza che questo avrebbe salvato la città dalla vendetta di Yazid.
Quindi, il giorno di Arafa il 9 Dhul Hijja, Muslim Ibn Aqil venne portato sul bastione più alto della fortezza cittadina, e le sue ultime parole prima di essere ucciso furono: “O Allah, Tu sei Giudice tra di noi e la nostra gente; ci hanno ingannato ed abbandonato”.
Gli sciiti di Kufa assistettero alla sua esecuzione e non uno andò in aiuto del cugino di Hussain.
E’ importante notare che con Ubaidullah c’erano 17 uomini, mentre a Kufa c’erano 18000 Shi’at Ali che avevano giurato fedeltà ad Hussain in presenza di Muslim Ibn Aqil. Come è possibile che 18000 uomini non riuscissero ad impedire che in 18 macellassero l’uomo a cui avevano appena giurato il sostegno? Tali erano gli sciiti di Kufa.
Nel frattempo Hussain aveva inviato un messaggero di nome Qais Ibn Mushir (la soddisfazione di Allah su di lui), per avvertire i kuffani del suo arrivo. Il messaggero venne catturato da Ubaidullah, che gli ordinò di salire sulle mura del forte e maledire pubblicamente Hussain e suo padre. Invece Qais elogiò Hussain e suo padre, avvertendo i kuffani che Hussain era in strada e li esortava a difenderlo. Dopo che anche Qais venne ammazzato, ancora un’altro rappresentante dell’imam venne trucidato senza che i 18000 sciiti provassero a fermare i 18 assassini.
Allora Yazid inviò 4000 soldati ad intercettare Hussain. Questi soldati erano già in strada per andare a combattere i Dalamiti, ma Yazid li indirizzò verso Karbala. Questi 4000 soldati passarono da Kufa. I kuffani assistettero al passaggio del contingente ben sapendo che era diretto ad intercettare Hussain. Questa sarebbe stata l’ultima loro occasione per onorare il loro giuramento e proteggere l’imam, l’ultima possibilità per soccorrere il nipote del Profeta (su di lui la pace e le benedizioni di Allah) e difendere l’Ahl al-Bayt (su tutti loro la soddisfazione di Allah).
Fù in seguito a tutte le pressioni ed inviti che Hussain si convinse ad abbandonare la sicurezza di Mecca per dirigersi a Kufa, ma ancora una volta la fedeltà, il coraggio e la volontà mancarono totalmente agli sciiti di Kufa.
Solo una manciata di uomini resistette con Hussain a Karbala, ed egli stesso commentò: ” I nostri sciiti ci hanno abbandonato”.
Gli uomini di Yazid erano 4000, di molto inferiori ai 18000 Shi’at Ali di Kufa, anche se in realtà il numero era maggiore ed i 18000 erano solo quelli che avevano fatto la baya.
Se avessero voluto avrebbero facilmente sconfitto gli uomini di Yazid, ma invece ancora una volta stettero a guardare da lontano con viltà.
Gli sciiti di oggi elogiano questo giorno e raccontano di come 71 uomini si opposero ai 4000 soldati di Yazid, ma dove sono finiti gli altri 18000 sciiti?

Al-Tawabun (i penitenti)
Quattro anni dopo il massacro di Karbala, alcuni sciiti di Kufa tentarono di fare ammenda per la loro diserzione verso Hussain. Si chiamarono al-Tawabun, che si traduce in “penitenti”.
Questo gruppo andò a Karbala per commemorare Hussain e lì iniziarono la pratica del matam, con manifestazioni estreme di lutto, pianti ed autoflagellazione. Questi Tawabun colpivano e punivano se stessi per la viltà che avevano dimostrato appena 4 anni prima, facendo morire il loro imam.
Questa è l’origine degli attuali rituali di matam.
E’ curioso che l’origine di queste manifestazioni sia la testimonianza di come quel giorno essi uccisero l’imam e di come la loro dottrina sia incentrata sul falso impegno verso l’Ahl al-Bayt.

Ancora tradimenti sciiti
Karbala non doveva essere l’ultimo atto di tradimento da parte degli sciiti verso l’Ahl al-Bayt.
Sessanta anni dopo, il nipote di Hussain, vale a dire Zayd Ibn Ali Ibn Hussain (la soddisfazione di Allah su di lui) capeggiò una rivolta contro il sovrano Omayyade Hisham Ibn Abd al-Malik.
Zayd ricevette la baya da oltre 40000 uomini, di cui 15000 dalla stessa Kufa che abbandonò suo nonno. Poco prima della battaglia, tutti tranne poche centinaia disertarono in massa Zayd. Sulla partenza dei disertori Zayd commentò: “Ho paura che abbiano fatto a me ciò che hanno fatto ad Hussain”.
Zayd e i suoi pochi uomini combatterono con coraggio e trovarono il martirio.
Così il mercoledì 1 Safar 122 H. un altro membro dell’Ahl al-Bayt cadde vittima del tradimento sciita.

Conclusione
Ancora oggi, gli sciiti commemorano Ashura facendo matam.
Questo rituale è passato attraverso le generazioni fin dai Tawabun e ci dimostra che gli sciiti di oggi
provengono dagli stessi sciiti che tradirono Ali, Hasan, Hussain e Zayd.
L’ironia è che essi si presentano e ritengono amanti degli Ahl al-Bayt, mentre storicamente li hanno sempre traditi ed abbandonati.


Fonte: http://www.ahlelbayt.com/articles/history/ashura
Articolo pubblicabile riportando la fonte :http://studiamolashia.blogspot.com/