"...E' questo l'iter che segue la gente dell'innovazione e delle tendenze eretiche; i demoni ispirano loro un principio valido, di cui essi non dubitano, poi balenano a loro delle idee confuse, per mancanza di comprensione, al punto che essi deviano. Ora, tutto questo, per quanto riguarda il principio, va attribuito al demonio, ma se sapessero che in queste questioni il demonio è loro allievo ed impara da loro!
Ciò è quanto mai evidente nella Shi'ah, soprattutto negli Imamiti: inizialmente i demoni dei jinn insinuarono loro l'amore per la Gente della Casa e la dedizione per essa, ed essi quindi videro in ciò uno tra i modi più elevati per avvicinarsi ad Allah. Così sarebbe se essi si fossero fermati a ciò e non vi avessero aggiunto altro..."


Muhyiddin Ibn 'Arabi

"La conoscenza dei pensieri satanici che affiorano alla coscienza" Cap.55 delle "Futuhatu-l-Makkiyyah"
Yusuf al-Naahani "Compagni del Profeta" a cura di Marcello Perego ed. Mimesis



domenica 2 febbraio 2014

IL LEGGENDARIO FIQ JAFARITA -1



                                          Figuranti durante l'Ashura

Introduzione
Tra i musulmani, un concetto comune è definire “Jafariti” gli sciiti duodecimani, basandosi sulla presunzione che essi seguano il fiq (giurisprudenza islamica) dell’imam Ja’far As-Sadiq; ma quando cerchiamo di chiarire la reale appartenenza di questo titolo, non troviamo nulla.
Infatti i “Jafariti” non seguono:
-         né un fiq proveniente dall’imam Ja’far;
-         né un unico giurista che abbia trasmesso loro il fiq dell’imam;
-         né un fiq coerente, o almeno sulla dottrina del quale si trovino d’accordo un buon numero di  giuristi.

Al posto di seguire un fiq proveniente dall’imam Ja’far, in realtà gli sciiti, in contrasto con la loro “teoria dell’imamato”, seguono l’opinione dei loro sapienti, ognuno rappresentante una scuola a sé.
Inoltre questi sapienti vietano che si segua l’opinione di altri ed arricchiscono il fiq di molte differenze riguardanti medesime questioni giuridiche, facendo così lamentare non solo i semplici credenti ma anche gli studiosi stessi!
Ed ecco che troviamo Abu Ja’far Al-Tusi, definito lo sheik della setta, che in un suo libro scrive: “Ho citato oltre 5000 hadith, narrati dai vari imam, in relazione alla giurisprudenza, nei miei due noti libri (Al-Istibsar ed Tahdib Al-Ahkam), ed una cosa chiara che ho fatto notare è come risultino diverse le pratiche della setta riguardo questi hadith. Al punto che se rifletti sulle loro differenze di regole, troverai che esse superano quelle che ci sono state tra Abu Hanifa, Shafi’i e Malik.”
(Al-Uddah fi Usulil-Fiq, v.1, pag.138)

Differenze così marcate, come in questo caso, indicano per forza differenti fonti.
Ed in molti casi, queste grosse differenze possono apparentemente provenire da una medesima fonte od imam, come nel caso dell’imam Ja’far.
Inoltre, gli sciiti non possiedono nessun testo di giurisprudenza, od almeno di hadith, derivante da un imam ed in particolare riconducibile all’imam Ja’far, scritto da lui, o perlomeno raccolto dai suoi stretti discepoli, invece tutto quello che hanno per le mani sono hadith in merito ai quali non si possiede alcuna sicurezza.
Gli sciiti hanno definito loro stessi anche “imamiti”, sulla base del fatto che solo loro,e non gli altri musulmani, applicherebbero le regole di un “imam infallibile”, ma anche in questo caso essi, in pratica, si devono appoggiare a persone normali come: Al-Sadr, Al-Sistani, Komeini, Khamenei ...per cui l’imam infallibile diviene solo un pretesto, un titolo vuoto.
Allora cosa è rimasto dell’imamato e del senso di appartenenza ad esso?
Si può affermare che gli sciiti non siano nè “jafariti” nè “imamiti”, perché non possono dimostrare di ritornare o seguire in nessun modo questo presunto “imam infallibile”, mancando totalmente di documenti e prove storiche.
Questi sei articoli si propongono di essere una sorta di viaggio scientifico, tra fatti inconfutabili e prove chiare, che dimostrano ciò che ho accennato in questa prefazione.
Sono suddivisi in questo modo:
1. Inesistenza di uno scritto di giurisprudenza attribuibile all’imam Ja’far.
2. Le forti differenze giurisprudenziali tra i sapienti della dottrina sciita.
3. Documenti inaffidabili risalenti all’imam Ja’far.
4. Quando sorgono questioni giurisprudenziali con gli altri musulmani, gli sciiti adottano come regola l’andare contro all’opinione generale.
5. La taqiyya
6. La sostanza del “fiq jafarita”.


Tradotto da "Usturat Al-Fiq Al-Jafari" di Taha Hamid Ad'Dailamy


Articolo pubblicabile riportando la fonte: http://studiamolashia.blogspot.com/